![Tensione tra Russia e Europa: Putin mette sotto controllo Ariston e Bosch 1 20240514 163525](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240514-163525.webp)
La Russia mette sotto controllo le filiali di Ariston e Bosch: l’Europa reagisce
In una mossa che ha suscitato forte preoccupazione in Europa, il presidente russo Vladimir Putin ha decretato la gestione ‘temporanea’ delle filiali russe di due importanti aziende europee: la italiana Ariston e la tedesca Bosch. Questa azione, interpretata come una forma di nazionalizzazione, rappresenta l’ultimo capitolo della tensione crescente tra Russia e Occidente, acuitasi ulteriormente a causa del sostegno statunitense ed europeo all’Ucraina. Le aziende in questione, rispettivamente leader nel settore degli impianti di riscaldamento e climatizzazione e nella produzione di componenti per auto, sono ora sotto il controllo di Gazprom e, di conseguenza, del governo moscovita.
La risposta dell’Occidente a questa inattesa mossa non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha convocato l’ambasciatore russo in Italia per richiedere chiarimenti sull’operazione, definita ‘rumorosa e provocatoria’ ma ancora avvolta in una certa nebulosità in termini pratici. Anche il ministro delle Finanze tedesco, Lindner, ha espresso commenti taglienti, interpretando l’obiettivo di Putin non tanto nel controllo di Kiev, ma nel desiderio di esercitare potere sull’Europa stessa.
La reazione europea e le misure di tutela
Da Bruxelles è arrivata una netta condanna attraverso una nota del Servizio di azione esterna dell’Ue, che ha esortato la Russia a revocare le misure di nazionalizzazione e a cercare soluzioni accettabili con le aziende coinvolte. Questa posizione ribadisce la preoccupazione europea per il disprezzo della Russia verso il diritto internazionale e la sua imprevedibilità economica. Nonostante la presa di posizione dell’UE, il governo italiano si è attivato per tutelare le imprese colpite. In particolare, il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha assicurato il suo sostegno alla Ariston, confermando l’impegno dell’esecutivo a proteggere le aziende italiane all’estero.
L’attenzione è massima anche a livello regionale, con il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che ha ricevuto conferme sull’impegno a tutela dei livelli produttivi e occupazionali nel settore degli elettrodomestici, considerato strategico per l’Italia. La situazione rimane complessa e si attendono ulteriori sviluppi, mentre le aziende studiano possibili contromosse.
Le implicazioni del controllo russo su Ariston e Bosch
Questo non è il primo caso di aziende occidentali che vengono prese di mira dalla Russia. L’anno scorso, infatti, Putin aveva già trasferito la gestione delle filiali delle aziende Danone e Carlsberg sotto il controllo statale, sebbene attraverso meccanismi differenti. La mossa attuale, tuttavia, ha colpito direttamente e senza preavviso, lasciando le aziende ‘estremamente sorprese’ e in attesa di spiegazioni ufficiali.
Ariston, in particolare, ha sottolineato come due decenni di investimenti in Russia siano stati messi in dubbio da questa azione, evidenziando la necessità di valutare le implicazioni dal punto di vista della governance e della gestione. La situazione è oggetto di analisi dettagliata da parte dei tecnici delle aziende, che cercano di comprendere le possibili conseguenze e le strategie per affrontare questo scenario imprevisto.
Europa e Russia: un rapporto sempre più teso
La decisione di Mosca di mettere sotto controllo le filiali di Ariston e Bosch si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Russia e Occidente, marcato da sanzioni, dichiarazioni bellicose e, ora, azioni concrete contro le imprese straniere. Questi sviluppi non fanno che aumentare l’incertezza sul panorama economico e politico internazionale, con potenziali ripercussioni non solo per le aziende direttamente coinvolte ma per l’intero sistema delle relazioni internazionali.
Il governo italiano, in linea con gli alleati europei e internazionali, si trova dunque a dover navigare in acque turbolente, cercando di tutelare gli interessi nazionali senza aggravare ulteriormente la situazione. La sfida è complessa e richiederà un approccio bilanciato, capace di coniugare la difesa dei principi democratici e del diritto internazionale con la necessità di mantenere aperti i canali di dialogo con la Federazione Russa.