Il settore degli affitti brevi in Italia sta per subire una rivoluzione significativa a partire dal prossimo settembre, con l’introduzione di un nuovo regime che mira a regolamentare meglio un’attività cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Questo cambiamento, anticipato dal ministero del Turismo e approvato a dicembre 2022, prevede l’istituzione di un Codice identificativo nazionale (Cin) per ogni unità immobiliare dedicata alla locazione breve e turistica.
Un passo avanti verso la regolamentazione
Il decreto, che ha ricevuto il via libera per l’intesa tra Stato e Regioni, sarà pubblicato dopo l’estate, segnando l’inizio di una fase sperimentale. L’obiettivo è quello di dare ordine a un settore che, fino ad ora, è stato considerato una sorta di far west, con molti operatori che si sono mossi al di fuori delle linee guida legali. “L’obiettivo è associare alle unità immobiliari dedicate alle locazioni brevi e turistiche un codice, attraverso una procedura automatizzata”, ha spiegato il Sole 24 Ore, sottolineando come in molte regioni questo tipo di codici esista già, ma ora dovranno essere integrati in una banca dati unica nazionale.
Implicazioni per proprietari e piattaforme
La novità non riguarda solo i proprietari di case che affittano i propri immobili, ma anche le piattaforme di intermediazione come Airbnb, che da ora in poi agiranno come sostituti d’imposta, prelevando il 21% dal canone pattuito a titolo di acconto sulle imposte. Questo meccanismo era già previsto dal 2017, ma non era stato rispettato da alcune piattaforme, che hanno persino tentato di contestarlo legalmente senza successo. Di conseguenza, molti proprietari si sono trovati inadempienti, dimenticando di versare la cedolare secca, e ora si trovano a dover fare i conti con il Fisco. Tuttavia, per le somme dovute per l’anno fiscale 2022, è prevista la possibilità di ridurre le sanzioni attraverso il “ravvedimento operoso”.
Un impatto sul mercato immobiliare
Il settore degli affitti brevi, che ha visto un vero e proprio boom in località esclusive come Firenze, Roma, Lago di Como e Saint Moritz, è stato finora un business redditizio per molti proprietari. La nuova regolamentazione, tuttavia, potrebbe introdurre nuovi equilibri, incidendo sia sull’offerta che sulla domanda. Da un lato, l’introduzione del Cin e l’obbligo di esporlo sugli annunci e all’esterno degli immobili potrebbe aumentare la trasparenza e la sicurezza per i turisti, dall’altro potrebbe scoraggiare le pratiche di affitto non regolamentate, influenzando così le dinamiche di mercato.
Le prospettive future
Con il decreto che entrerà in vigore a settembre, dopo 60 giorni dalla sua pubblicazione, si aprirà una nuova era per il mercato degli affitti brevi in Italia. Le sanzioni previste per chi non si adegua alle nuove norme puntano a garantire un maggior controllo sul settore, ma anche a promuovere una maggiore equità fiscale. Inoltre, la semplificazione del processo burocratico e la creazione di una banca dati unica potrebbero facilitare la gestione delle locazioni brevi, rendendo il settore più attraente per investitori e proprietari consapevoli.
Questo cambiamento normativo riflette una tendenza globale verso una maggiore regolamentazione del mercato degli affitti brevi, con l’obiettivo di bilanciare le esigenze di un turismo in crescita con la necessità di preservare il tessuto residenziale delle città. Come in molti altri paesi, l’Italia sta cercando di trovare il giusto equilibrio tra opportunità economiche e sostenibilità urbana, in un contesto in cui il turismo gioca un ruolo sempre più centrale.