Una Cerimonia Controversa: Sposi di Cosa Nostra a San Domenico
In un contesto dove la linea tra sacro e profano sembra sfumare, una coppia legata a Cosa Nostra ha deciso di celebrare le proprie nozze d’argento in uno scenario carico di simbolismo e contraddizione. Tommaso Lo Presti e Teresa Marino, entrambi con un passato e un presente intrecciato con la mafia palermitana, hanno scelto la chiesa di San Domenico a Palermo per rinnovare le loro promesse nuziali. Questo non è un luogo qualunque: è il secondo edificio religioso per importanza nella città dopo la Cattedrale e ospita la tomba del giudice Giovanni Falcone, simbolo della lotta alla mafia.
A pochi passi dalla lapide che ricorda Falcone come ‘eroe della lotta alla mafia’, la coppia ha celebrato il proprio amore, circondati da parenti e amici ignari o indifferenti alla sacralità del luogo scelto. La scelta di questo luogo per la cerimonia ha sollevato non poche perplessità, vista la natura degli sposi, entrambi con condanne legate alle attività mafiose. ‘Come facevo a saperlo? Non posso certo chiedere il certificato antimafia a chi entra qui’, ha dichiarato padre Sergio Catalano, rettore della chiesa, difendendosi da eventuali critiche.
Una Decisone Contestata
La decisione di celebrare un evento così gioioso in un contesto carico di memoria e dolore ha riaperto vecchie ferite e interrogativi sulla convivenza tra il ricordo della lotta alla mafia e la quotidianità di una città come Palermo, dove gli echi di Cosa Nostra sono ancora forti. La presenza della tomba del giudice Falcone in questa chiesa, se da un lato è motivo di orgoglio per la comunità, dall’altro solleva questioni sul rispetto dovuto a chi ha sacrificato la propria vita nella lotta contro la criminalità organizzata.
La traslazione della salma di Falcone al ‘Pantheon’ dei siciliani illustri non fu priva di controversie, soprattutto perché non includeva la moglie Francesca Morvillo, anch’ella magistrato e vittima della strage di Capaci. Questa scelta ha causato dissidi tra le famiglie e sollevato dibattiti sulla memoria e sulle priorità nel ricordare le vittime della mafia. ‘La traslazione al Pantheon è una scelta che spetta alla famiglia e a nessun altro’, aveva replicato Maria Falcone, sottolineando la volontà di privilegiare la figura pubblica del fratello Giovanni.
Religiosità e Mafia: Un Legame Antico
La cerimonia di nozze d’argento di Lo Presti e Marino getta luce su un fenomeno ben noto in Sicilia: il legame tra la religiosità popolare e le figure di spicco della criminalità organizzata. Non è raro, infatti, che mafiosi noti per la loro devozione partecipino o influenzino eventi religiosi come battesimi, cresime e matrimoni, o addirittura processioni, dove non mancano gesti di omaggio verso figure criminali.
Una pronuncia della Cassazione ha chiarito come tali atti di omaggio non solo conferiscano legittimità sociale ai criminali ma offendano anche il sentimento religioso della comunità. Il caso più emblematico fu la processione a Corleone, che si fermò davanti alla casa di Totò Riina, costituendo un chiaro segnale di connivenza tra alcuni segmenti della società e la mafia.
La Difesa della Chiesa e le Reazioni della Comunità
Di fronte a critiche e interrogativi, il rettore di San Domenico si è difeso sostenendo che il controllo delle identità e dei passati degli individui non rientra nelle sue competenze. La cerimonia è andata avanti come previsto, sebbene con alcune restrizioni orarie legate alla condizione giuridica di Lo Presti, che non gli permetteva di partecipare a eventi serali. La festa si è quindi svolta a pranzo, con l’accompagnamento di cantanti neomelodici e la condivisione di foto e momenti di gioia sui social media.
Questo evento solleva questioni profonde sulla capacità di distinguere tra il bisogno di memoria e rispetto per le vittime della mafia e le tradizioni e celebrazioni personali che possono, volutamente o meno, sovrapporsi a simboli di lotta e resistenza. La comunità di Palermo, le autorità ecclesiastiche e la società civile si trovano di fronte alla sfida di reinterpretare questi legami, cercando un equilibrio tra passato e presente, memoria e oblio, in una città dove la storia di Cosa Nostra è ancora intimamente intrecciata al tessuto sociale ed economico.