La partigiana centenaria Gianna e il suo primo 25 Aprile a Genova: un messaggio ai giovani
Con la bandiera dell’ANPI drappeggiata al collo e un’espressione di determinazione incorniciata da un cappellino nero, Guglielma Bertini, nota come partigiana Gianna, ha marcato un momento storico personale partecipando per la prima volta alla celebrazione del 25 Aprile a Genova. Nonostante i suoi 103 anni, la sua presenza ha rappresentato un ponte generazionale, sottolineando l’importanza del ricordo e del trasmettere i valori della Resistenza alle nuove generazioni. ‘Lo faccio per i giovani, perché non posso sopportare che soffrano quello che abbiamo sofferto noi a causa della guerra’, ha affermato con commovente determinazione.
Accompagnata dal figlio Massimo Gagliardi, Gianna ha voluto rompere un lungo silenzio, condividendo la sua storia straordinaria di coraggio e resistenza. Dopo la guerra, ha servito nell’intelligence americana, mantenendo il silenzio su quelle esperienze per decenni. La sua scelta di partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile a Genova è stata un gesto simbolico potente, un invito a non dimenticare le atrocità della guerra e a lottare per un futuro di pace.
Una vita di lotta e resistenza
Gianna Bertini non è stata solo una testimone degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ma ne è stata protagonista attiva, guidando la prima brigata partigiana femminile, la Sap Alice Noli di Sampierdarena. Il suo contributo alla lotta partigiana è stato caratterizzato da atti di sabotaggio e gesti di sfida audace, come l’episodio in cui issò una bandiera rossa su un albero, un atto di ribellione che segnò la sua imprigionamento da parte dei fascisti. La sua fuga rocambolesca, saltando dalla finestra del bagno della casa di sua nonna, è entrata a far parte della leggenda della Resistenza ligure, simbolo dell’indomito spirito di libertà che animava i partigiani.
Il racconto del figlio Massimo getta luce su una vita vissuta con coraggio e determinazione, segnata da un impegno silenzioso ma profondo per la giustizia e la libertà. La storia di Gianna Bertini è un promemoria vivente dell’importanza di mantenere viva la memoria storica, per educare le future generazioni sui valori di resistenza e sacrificio che hanno plasmato l’Italia contemporanea.
Il ricordo della Shoah e l’importanza del 25 Aprile
Insieme a Gianna Bertini, altre figure storiche hanno partecipato alle celebrazioni a Genova, tra cui Gilberto Salmoni, 96 anni, uno dei pochi superstiti della Shoah ancora in vita. La sua presenza ha sottolineato l’importanza di ricordare non solo la lotta partigiana ma anche le atrocità dell’Olocausto. La recente vandalizzazione del suo ritratto presso un’installazione vicino al campo di Buchenwald, dove fu imprigionato, è un triste promemoria di quanto sia cruciale continuare a combattere contro l’oblio e l’indifferenza.
La celebrazione del 25 Aprile è un momento di riflessione collettiva, un’occasione per rinnovare l’impegno verso i valori di libertà e democrazia che hanno guidato la Resistenza italiana. Le storie di Gianna Bertini e Gilberto Salmoni ci ricordano che il prezzo della libertà è stato alto e che il loro sacrificio non deve essere dimenticato. La loro presenza alle celebrazioni di quest’anno è stata un messaggio potente, un monito a non prendere mai per scontati i diritti e le libertà conquistate con tanta fatica.
Il 25 Aprile rimane una data simbolica fondamentale nell’identità italiana, un momento di commemorazione che trascende le generazioni, unendo anziani partigiani, giovani e cittadini di tutte le età nel ricordo comune della lotta per la libertà. La partecipazione di Gianna Bertini a questo evento, per la prima volta a 103 anni, non è solo una testimonianza della sua incredibile storia personale, ma anche un invito a guardare al futuro con speranza, impegno e memoria.