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Venezia: verso l’introduzione del biglietto a pagamento per contrastare il turismo di massa
Il comune di Venezia si appresta a diventare la prima grande città italiana, e una tra le prime al mondo, a introdurre un biglietto d’ingresso a pagamento per accedere al suo storico centro. Questa misura, pensata per regolare il flusso dei turisti che giornalmente affollano la città, verrà applicata in modo sperimentale già dal prossimo 25 aprile, con un costo di 5 euro a persona.
Il provvedimento, annunciato dal sindaco Luigi Brugnaro, mira a limitare il numero di visitatori che soggiornano in città solo per poche ore, noti come ‘escursionisti’ o ‘daytripper’, che rappresentano una delle principali cause della congestione urbana e del degrado del patrimonio. Questa decisione segue anni di dibattiti e proposte volte a contrastare la turistificazione eccessiva di Venezia, che ha visto trasformare i suoi spazi storici in aree prevalentemente dedicate al turismo.
Chi sarà esente dal pagamento?
L’introduzione del biglietto vedrà esenti dal pagamento numerose categorie di persone, tra cui i residenti di Venezia e del Veneto, i loro parenti fino al terzo grado, gli amici, coloro che lavorano nel territorio comunale, le persone con disabilità e chi è convocato dagli uffici giudiziari. Anche i turisti che pernottano in alberghi o bed&breakfast locali non dovranno pagare il biglietto, in quanto già soggetti alla tassa di soggiorno. Tuttavia, anche le persone esenti devono registrarsi su una piattaforma online e scaricare un QR Code per eventuali controlli.
Il sindaco Brugnaro ha chiarito che, per il momento, non verrà introdotto un numero chiuso di visitatori. L’obiettivo principale del biglietto non è chiudere la città, ma incentivare soggiorni più lunghi e scoraggiare le visite lampo, che poco contribuiscono all’economia locale e mettono a dura prova i servizi cittadini.
Le critiche e le preoccupazioni
Diversi critici hanno sollevato dubbi sull’efficacia della misura, sottolineando come il numero elevato di esenzioni possa limitarne l’impiego effettivo. Secondo Jan van der Borg, professore di economia del turismo all’Università Ca’ Foscari, per avere un impatto significativo sul lungo periodo, il pagamento dovrebbe essere esteso a tutti i giorni dell’anno. Altri hanno visto nella tassa solo un modo per aumentare le entrate comunali, senza affrontare le cause profonde del sovraffollamento e del declino della qualità della vita cittadina.
Non mancano le preoccupazioni sul fronte dei diritti civili, con alcuni che argomentano come la restrizione all’accesso possa violare il principio di libera circolazione garantito dalla Costituzione italiana e dalle normative europee. Tuttavia, esperti legali hanno spiegato che il provvedimento può essere considerato legittimo se mira a tutelare un bene di interesse pubblico, come il patrimonio culturale di Venezia.
Il futuro di Venezia tra turismo di massa e sostenibilità
L’adozione del biglietto a pagamento rappresenta un tentativo di risolvere i problemi derivanti dal turismo di massa che da decenni affliggono Venezia. La città, patrimonio mondiale dell’UNESCO, ha visto un progressivo spopolamento del suo centro storico e una trasformazione delle sue aree in destinazioni turistiche, spesso a scapito degli stessi residenti. La pandemia di COVID-19 aveva offerto una pausa temporanea da queste pressioni, suggerendo la possibilità di ripensare il modello turistico cittadino verso una maggiore sostenibilità e qualità.
Secondo gli esperti, affrontare il problema richiede azioni su più fronti, come la diversificazione dell’offerta culturale e la limitazione degli arrivi nelle stagioni di punta. Inoltre, è necessario promuovere un turismo più consapevole e rispettoso degli equilibri sociali e ambientali della città. Resta da vedere se il biglietto di ingresso sarà un passo efficace in questa direzione o se sarà necessario implementare ulteriori misure per garantire un futuro sostenibile per Venezia e i suoi abitanti.
Il dibattito sulla gestione del turismo a Venezia è emblematico delle sfide che molte destinazioni patrimonio dell’umanità affrontano nel bilanciare l’accoglienza turistica con la conservazione del proprio patrimonio culturale e ambientale. La soluzione adottata da Venezia potrebbe quindi offrire spunti preziosi per altre città che si trovano a fronteggiare problemi simili.