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La rivoluzione nell’accesso alle facoltà di Medicina: via il numero chiuso
Una svolta storica per l’accesso all’istruzione universitaria in campo medico si profila all’orizzonte: il Senato ha adottato il testo base che prevede l’abolizione del numero chiuso per le facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Questa decisione rappresenta una vera e propria rivoluzione nel panorama dell’istruzione superiore italiana, con l’obiettivo di offrire maggiori opportunità agli studenti e affrontare la cronica carenza di medici.
Secondo le parole di Roberto Marti, presidente della Commissione Istruzione, “È stato un lavoro intenso che ha trovato la massima convergenza di tutte le forze politiche… Un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale”. Marti sottolinea l’importanza di questa riforma come un modo per permettere agli studenti di “verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite”. La riforma è vista come un passo avanti verso un sistema di selezione basato più sul merito e sulle capacità effettive piuttosto che su un test preliminare.
Le reazioni alla riforma: tra entusiasmo e preoccupazione
La decisione ha suscitato reazioni diverse. Da un lato, Luca Zaia, presidente del Veneto, esprime il suo entusiasmo: “Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere… senza il test di ingresso a medicina?”. Zaia vede l’abolizione del numero chiuso come una soluzione alla carenza di medici e come un’opportunità di democratizzare l’accesso alle professioni mediche, valorizzando il merito durante il percorso di studi.
D’altra parte, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), esprime una forte opposizione: “Siamo nettamente contrari… eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici”. Questa preoccupazione sottolinea il rischio di un’eccessiva produzione di laureati in ambito medico senza che vi sia un’effettiva capacità di assorbimento nel mercato del lavoro.
Le modalità di ammissione e le prospettive future
La riforma prevede che le prove di ammissione si svolgano in presenza e su formato cartaceo, con domande estratte da una banca dati pubblica. I candidati dovranno affrontare sessanta quesiti su diverse materie, tra cui biologia, chimica, fisica e matematica. Questo sistema mira a garantire un’equa valutazione delle competenze di base necessarie per intraprendere gli studi in queste aree disciplinari.
La procedura di iscrizione alle prove e la successiva fase di inserimento in graduatoria nazionale sarà gestita interamente online. Questo non solo facilita l’accesso alle prove da parte degli studenti ma rappresenta anche un passo avanti verso la modernizzazione e l’efficienza del sistema di ammissione universitario.
Con l’abolizione del numero chiuso, il futuro dell’istruzione medica in Italia sembra dirigersi verso una maggiore apertura e inclusività. Questa riforma potrebbe portare a un incremento del numero di professionisti nel settore sanitario, rispondendo così alla crescente domanda di medici qualificati. Tuttavia, restano da affrontare le sfide legate alla qualità della formazione e alle prospettive occupazionali dei futuri laureati, aspetti cruciali per garantire che la riforma raggiunga i suoi obiettivi senza generare effetti indesiderati.
Le modalità di ammissione dettagliate e la struttura delle prove sono consultabili sul sito ufficiale dedicato, offrendo a tutti gli interessati le informazioni necessarie per prepararsi al meglio a questo nuovo sistema di ingresso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.