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La Battaglia Legale sugli Autovelox non Omologati
In Italia, la questione degli autovelox e delle relative multe per superamento dei limiti di velocità si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia legale. La recente presa di posizione da parte di Emanuele Dalla Palma, avvocato e presidente dell’associazione nazionale ‘Migliore Tutela’, ha gettato luce su una problematica di vasta portata: la mancanza di omologazione degli autovelox sul territorio nazionale. Secondo l’esperto, questa situazione renderebbe tutte le multe effettuate con tali dispositivi contestabili e, potenzialmente, annullabili.
La distinzione tra approvazione e omologazione gioca un ruolo chiave in questa disputa. Mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha approvato l’uso di questi dispositivi, manca la cruciale omologazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (ora Ministero dell’Industria e del Made in Italy), necessaria per confermare la conformità tecnica degli autovelox alla normativa vigente. Questa lacuna, secondo Dalla Palma, apre le porte a una serie di ricorsi legali da parte degli automobilisti sanzionati.
Il Caso di Treviso come Precedente
Il caso di un automobilista multato a Treviso per aver superato di soli 7 km/h il limite di velocità consentito ha assunto una rilevanza particolare. Dopo anni dalla sanzione, il suo ricorso è stato accolto, stabilendo un precedente importante: la Cassazione ha confermato che l’autovelox utilizzato non aveva l’omologazione richiesta, rendendo di fatto la multa illegittima. Questa decisione potrebbe aprire la strada a numerose contestazioni, mettendo in discussione la validità di migliaia di multe emesse in tutta Italia.
Le Implicazioni per gli Automobilisti
La posizione espressa da Dalla Palma offre agli automobilisti una nuova strategia per contestare le multe ricevute. Secondo l’avvocato, è sufficiente inviare una comunicazione al Comune erogante, sottolineando l’assenza di omologazione metrologica legale dell’autovelox, per chiedere l’annullamento della sanzione. In caso di risposta negativa o di assenza di risposta, gli automobilisti possono proseguire facendo ricorso alla Prefettura e, se necessario, rivolgersi al giudice di pace.
La procedura, tuttavia, implica una certa conoscenza delle normative e una determinazione nell’esercitare i propri diritti. La raccomandazione è di munirsi di tutta la documentazione necessaria e di seguire scrupolosamente i termini per la presentazione dei ricorsi. La battaglia legale contro le multe da autovelox non omologati si annuncia quindi lunga e complessa, ma con possibilità concrete di successo per gli automobilisti che decidono di intraprenderla.
Il Ruolo delle Istituzioni e la Risposta alla Controversia
Il dibattito sollevato da Dalla Palma sollecita una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni e sulla necessità di garantire trasparenza e legalità nell’uso degli autovelox. La mancata omologazione degli apparecchi rappresenta non solo una questione tecnica, ma solleva interrogativi sulla volontà politica di affrontare e risolvere il problema. La ‘cortina fumogena’ denunciata dall’avvocato interpella direttamente il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Industria e del Made in Italy, chiamati a fornire risposte chiare e a colmare il gap normativo esistente.
La questione degli autovelox non omologati diventa così un caso emblematico delle sfide che i cittadini si trovano ad affrontare nell’esercizio dei loro diritti. La possibilità di contestare le multe basate su misurazioni non conformi alla legge rappresenta un’opportunità per riaffermare il principio di legalità e per chiedere maggiore attenzione e cura nella gestione della sicurezza stradale. La speranza è che questa controversia possa stimolare un dibattito costruttivo e portare a una revisione delle pratiche attuali, nel rispetto della normativa e dei diritti degli automobilisti.
Intanto, gli automobilisti italiani si trovano di fronte a una nuova consapevolezza: quella di poter esercitare un controllo più attento sulle sanzioni ricevute e di poter chiedere conto delle procedure adottate dalle autorità locali. La strada verso un’effettiva risoluzione della questione degli autovelox non omologati è ancora lunga, ma il dibattito sollevato e i primi successi in tribunale rappresentano senza dubbio un punto di partenza significativo per tutti coloro che aspirano a un sistema di controllo della velocità più giusto e trasparente.