L’aborto al centro del dibattito: le parole di Gilda Sportiello scuotono l’Italia
La questione dell’aborto torna a infiammare il dibattito pubblico italiano, questa volta attraverso le parole di Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 Stelle. La sua recente esperienza personale rivelata in Aula ha suscitato un’ondata di reazioni, mettendo in luce la persistenza di una divisione culturale e politica sul tema. Sportiello ha raccontato ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24) di essere stata oggetto di insulti per aver parlato apertamente del suo aborto avvenuto 14 anni fa, sottolineando come, nonostante le critiche, non si senta in colpa né tantomeno autrice di un delitto.
La parlamentare ha criticato duramente l’emendamento al decreto legge Pnrr votato dalla destra, che permette alle associazioni Pro Life di essere presenti nei consultori. Sportiello ha evidenziato come tale misura non vada a beneficio delle donne, ma al contrario, possa rappresentare una forma di intimidazione e di pressione morale. La presenza di questi gruppi antiabortisti, secondo la deputata, non fa altro che alimentare una narrazione punitiva nei confronti di chi sceglie di interrompere la gravidanza, descrivendo tali azioni come vere e proprie ‘molestie organizzate’.
Un dibattito che va oltre la legge 194
Le parole della giornalista Incoronata Boccia, recentemente nominata vicedirettrice del TG1, hanno aggiunto ulteriore tensione al dibattito. Definendo l’aborto un ‘delitto’ anziché un diritto, Boccia ha offerto una narrazione che Sportiello respinge con forza, sottolineando come tale visione stia alla base dell’emendamento proposto da Fratelli d’Italia. Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, l’ingresso di associazioni antiabortiste nei consultori non trova fondamento nella legge 194, la quale garantisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza in un contesto di assistenza professionale e laica.
La deputata ha inoltre ribadito la sua richiesta al governo di intervenire per assicurare che tali associazioni non trovino spazio nei consultori, al fine di proteggere la libera scelta delle donne e il rispetto dei loro diritti. La risposta negativa del governo a questa richiesta ha chiarito la direzione che l’attuale maggioranza intende seguire su questo delicato tema.
La lotta tra diritti delle donne e visioni ideologiche
Nel corso dell’intervista, Sportiello ha anche commentato la celebre foto che la ritraeva mentre allattava in Aula, utilizzandola come esempio di come sia necessario superare le etichette e i giudizi sulle scelte personali delle donne. La sua esperienza personale diventa così un simbolo della lotta tra il diritto delle donne di scegliere liberamente sul proprio corpo e le visioni ideologiche che cercano di limitare tale libertà.
L’episodio mette in luce non solo la questione dell’aborto ma anche il più ampio dibattito sulla parità di genere, sul diritto delle donne di essere madri quando lo desiderano e sulle sfide che molte di esse affrontano nel conciliare maternità e carriera. La storia di Sportiello evidenzia la necessità di un supporto concreto alle donne, sia in termini di politiche pubbliche che di cambiamento culturale, per garantire che le loro scelte siano rispettate e valorizzate in ogni contesto.
La discussione sull’aborto in Italia, quindi, oltre a essere un tema di salute pubblica e di diritti, si conferma anche una questione di libertà individuale contro imposizioni ideologiche. La battaglia di Gilda Sportiello e di molte altre donne per la difesa di questi diritti fondamentali continua, nella speranza di costruire una società in cui la scelta personale sia effettivamente libera e sostenuta, lontana da giudizi e condanne morali.