![Il dibattito sul Ponte sullo Stretto: priorità infrastrutturali e servizi essenziali 1 20240422 125949](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240422-125949.webp)
Il dibattito sul Ponte sullo Stretto si intreccia con le esigenze primarie dei cittadini
La questione del Ponte sullo Stretto di Messina torna prepotentemente al centro del dibattito politico italiano, ma con un’angolazione che mette in luce le priorità di infrastrutture e servizi essenziali per i cittadini. Carlo Calenda, leader di Azione, durante la presentazione del suo libro a Messina, ha ribadito una posizione ormai storica del suo partito riguardo al ponte, sottolineando come prima di avviare grandi opere sia fondamentale risanare e potenziare le strutture esistenti, in particolar modo quelle sanitarie e di trasporto.
«Sono quasi 50 anni che discutiamo del ponte sullo Stretto, mi chiedo quanto ancora dobbiamo discuterne, forse bisognerebbe prima pensare al reparto di Cardiologia di Taormina», ha dichiarato Calenda, evidenziando un disallineamento tra i grandi progetti infrastrutturali e le necessità immediate della popolazione. La critica non si rivolge alla realizzazione di opere di grande impatto, ma alla loro priorizzazione rispetto a servizi essenziali quali strade, ferrovie e ospedali, spesso lasciati in condizioni precarie o insufficienti per le comunità che dovrebbero servire.
Priorità ai servizi essenziali: una questione di giustizia sociale
Il discorso di Calenda apre una riflessione più ampia sulle priorità di investimento del Paese, in cui la costruzione di un ponte, per quanto emblematica e potenzialmente utile, non può e non deve sovrastare la necessità di garantire ai cittadini accesso a servizi sanitari adeguati e infrastrutture di trasporto efficienti. La questione dell’ospedale a Taormina diventa simbolo di un malcontento diffuso riguardo alla gestione delle risorse pubbliche, che dovrebbero prima di tutto mirare al benessere della popolazione.
«Vorrei che si chiedesse ai cittadini se preferiscono il ponte o l’ospedale», ha aggiunto Calenda, ponendo l’accento su una democrazia partecipativa dove le scelte infrastrutturali dovrebbero essere il più possibile allineate con le esigenze e le preferenze dei cittadini. La prospettiva di ritrovarsi, tra anni, a discutere degli stessi temi senza aver visto realizzate le promesse del passato è un’immagine evocata dal leader di Azione per criticare una politica dei grandi annunci a scapito di azioni concrete e immediate.
Le elezioni europee e la visione di una politica diversa
In vista delle prossime elezioni europee, Calenda ha sottolineato l’importanza di scegliere candidati che rappresentino una visione di politica pulita e competente, distante dalle logiche del passato e orientata verso un rinnovamento basato su competenze concrete e su un impegno genuino per il bene comune. «Noi abbiamo in campo Giangiacomo Palazzolo e Sonia Alfano che rappresentano una Sicilia che non è quella di Cuffaro, non è quella che possiede i voti, ma è quella che si fonda sul libero voto di opinione dei siciliani e che può contare in Europa», ha dichiarato, distanziandosi da figure politiche legate a pratiche e visioni ormai superate.
La necessità di chiudere una fase politica contrassegnata da promesse non mantenute e da una gestione non ottimale delle risorse viene evidenziata da Calenda come un passo indispensabile per affrontare concretamente temi di rilevanza cruciale come la sanità, l’istruzione e il lavoro. «Dobbiamo smettere di fare politica con gli influencer e costruire un grande partito della Repubblica che si ispiri alla Costituzione», ha affermato, invitando a una riflessione profonda sulle basi e sugli obiettivi di una politica che sia realmente al servizio dei cittadini.
La visione proposta da Calenda e da Azione si pone dunque come un invito a riconsiderare le priorità del Paese, mettendo al centro le esigenze reali dei cittadini e promuovendo una politica di qualità, basata sulla competenza, sull’etica e su una gestione responsabile delle risorse. In questo quadro, la discussione sul Ponte sullo Stretto diventa emblematica di un dibattito più ampio su cosa significhi oggi fare politica e su come indirizzare al meglio gli sforzi per lo sviluppo del Paese.