![La sentenza della Cassazione che sconvolge la gestione degli autovelox in Italia 1 20240422 093546](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240422-093546.webp)
La sentenza della Cassazione che mette in scacco gli autovelox dei Comuni
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha sollevato un polverone sui dispositivi di rilevamento della velocità, gli autovelox, installati lungo le strade italiane. Al centro del dibattito vi è una distinzione cruciale: quella tra ‘approvazione’ e ‘omologazione’ degli apparecchi. Questa differenza ha portato alla squalifica di centinaia di autovelox e potrebbe aprire le porte a un’ondata di ricorsi da parte dei cittadini sanzionati.
Il caso specifico riguarda un avvocato di Treviso che ha impugnato una multa ricevuta per eccesso di velocità, rilevata da un dispositivo considerato ‘approvato’ ma non ‘omologato’. La sentenza della Cassazione ha confermato la nullità della violazione, sottolineando come le norme e i metodi previsti dal codice della strada siano stati rispettati dalla difesa.
Approvazione vs Omologazione: un confine nebuloso
Il cuore della questione giuridica sta nella distinzione tra i termini ‘approvato’ e ‘omologato’ all’interno del codice della strada. Sebbene in passato questi termini siano stati utilizzati quasi come sinonimi in alcune circolari ministeriali, dal 2020 il Ministero ha cessato di omologare i dispositivi di rilevamento della velocità. L’omologazione richiede che vengano verificate tutte le caratteristiche obbligatorie imposte al macchinario, mentre l’approvazione si riferisce a caratteristiche non specificate, su cui il ministero esprime un parere.
Secondo quanto riportato da Ricorsi.net, un portale specializzato in materia, molti comuni hanno seguito indicazioni poco chiare, installando autovelox che non erano stati preventivamente testati per il rispetto delle caratteristiche obbligatorie. Questa situazione ha generato non poche perplessità e potenziali conseguenze sul fronte dei ricorsi legali.
Le possibili ripercussioni per i Comuni
La sentenza della Cassazione apre a scenari complessi per i Comuni italiani. Se da un lato c’è la necessità di garantire la sicurezza stradale, dall’altro emerge la problematica legata alla legittimità degli strumenti utilizzati per il controllo della velocità. La distinzione tra apparecchi ‘approvati’ e ‘omologati’ potrebbe infatti indurre migliaia di cittadini a presentare ricorsi simili a quello dell’avvocato trevigiano, con possibili impatti significativi sulle finanze locali.
Nel dettaglio, un numero crescente di violazioni potrebbe essere contestato sulla base della mancata omologazione dei dispositivi, mettendo in difficoltà i Comuni già alle prese con bilanci tesi. La questione solleva quindi non solo dubbi di natura giuridica ma anche preoccupazioni di ordine economico e amministrativo.
L’importanza della chiarezza normativa
Il dibattito suscitato dalla sentenza della Cassazione evidenzia l’importanza di una maggiore chiarezza nelle normative che regolamentano l’uso degli autovelox. La distinzione tra ‘approvato’ e ‘omologato’ deve essere resa più chiara, sia per le autorità che per i cittadini, al fine di evitare interpretazioni discordanti che possono portare a contenziosi.
Le amministrazioni locali si trovano ora di fronte alla necessità di rivedere le modalità di installazione e di utilizzo dei dispositivi di controllo della velocità, per assicurarsi che questi siano pienamente conformi alle disposizioni del codice della strada. Solo attraverso una verifica accurata delle caratteristiche tecniche e una trasparente comunicazione delle procedure di omologazione sarà possibile ridurre il rischio di future contestazioni legali.
La strada verso la conformità
La sentenza ha dunque messo in luce una problematica significativa legata alla gestione degli autovelox in Italia. È imperativo per i Comuni e per il Ministero competente lavorare insieme per garantire che tutti i dispositivi di rilevamento della velocità siano non solo ‘approvati’ ma effettivamente ‘omologati’, secondo i criteri ben definiti dal codice della strada.
Questo impegno congiunto non solo contribuirà a rafforzare la sicurezza stradale ma anche a proteggere i diritti dei cittadini, assicurando che ogni sanzione per eccesso di velocità sia basata su rilevazioni legittime e incontrovertibili. In questo contesto, l’attenzione dei media e l’informazione pubblica giocano un ruolo cruciale nel promuovere la trasparenza e la correttezza delle procedure adottate.
La questione degli autovelox ‘approvati’ e ‘omologati’ rimane un tema aperto che richiede una risposta coordinata e responsabile da parte delle istituzioni, al fine di garantire equità e sicurezza sulle strade italiane.