![La Politica della Memoria: Il Dibattito sul 25 Aprile e la Visione della Destra Italiana 1 20240422 093436](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240422-093436.webp)
L’interpretazione storica e la commemorazione del 25 Aprile, giorno della Liberazione d’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, diventano sempre più terreno di scontro politico in Italia. Le recenti dichiarazioni di esponenti della destra italiana riaccendono il dibattito su come la nazione debba ricordare e interpretare questo momento cruciale della sua storia.
Una Nuova Narrazione Storica?
La destra politica italiana, guidata da figure come Giorgia Meloni, Matteo Salvini, e altri, ha manifestato una visione della storia che cerca di riformulare la narrazione della Liberazione. Matteo Salvini ha espresso il desiderio di celebrare il 25 Aprile non ‘contro qualcuno’ ma come un giorno in cui parlare di libertà e orgoglio, sottolineando una visione inclusiva della libertà, che ‘non è riconducibile a una sola parte politica’. Anche il ministro Lollobrigida ha condiviso un punto di vista simile, affermando di non essere mai stato convinto dal concetto di ‘anti’ e attribuendo al fascismo un ‘valore storico’ per aver governato l’Italia.
Le Dichiarazioni Controversie
Alcuni commenti hanno suscitato particolare controversia. Antonio Tajani, in qualità di presidente del Parlamento Europeo, ha riconosciuto le ‘cose positive’ realizzate durante il regime di Mussolini, citando opere pubbliche e bonifiche. Similmente, Ignazio La Russa ha omesso una condanna esplicita del fascismo, riconoscendogli meriti statali fino al 1938, nonostante le note atrocità commesse. Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto più ampio in cui Silvio Berlusconi ha minimizzato le azioni di Mussolini, arrivando a dichiarare che ‘non ha mai ammazzato nessuno’, riducendo il confino a una sorta di ‘vacanza’.
Il Significato del 25 Aprile nella Visione della Destra
La lettera di Giorgia Meloni del 25 Aprile scorso ha riassunto efficacemente la visione della destra sull’importanza di questa data. Pur riconoscendo il 25 Aprile come la fine della Seconda guerra mondiale e del fascismo in Italia, Meloni ha sottolineato anche la continuazione di una ‘sanguinosa guerra civile’ e le sofferenze degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia. Questa narrazione enfatizza una visione delle vittime italiane sia sotto il fascismo che nel contesto post-bellico, proponendo una memoria collettiva che include anche coloro che avevano un atteggiamento ‘passivo’ o di supporto verso il fascismo.
La Memoria Conflittuale
Il dibattito sulla memoria e sul significato del 25 Aprile riflette una divisione più ampia nella società italiana sulla valutazione del passato fascista e della Resistenza. Mentre alcuni vorrebbero vedere una celebrazione più inclusiva che non demonizzi nessuna parte, altri insistono sulla necessità di una condanna chiara e inequivocabile del fascismo e dei suoi crimini, ricordando i sacrifici dei partigiani e delle vittime dell’oppressione fascista.
La distanza tra le visioni emerge chiaramente nelle proposte di alcune figure di destra di ridimensionare la celebrazione del 25 Aprile a favore di altre date nazionali, come il 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Questa proposta ha suscitato preoccupazioni in merito agli sforzi di riscrivere o minimizzare l’importanza della lotta antifascista nella memoria collettiva italiana.
La Costituzione e il Ricordo della Resistenza
Le parole di Piero Calamandrei, evocate in questo contesto, ricordano che la Costituzione italiana è il frutto del sacrificio di coloro che lottarono contro il fascismo, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria della Resistenza. La discussione sul 25 Aprile e sulla memoria del fascismo in Italia non è solo una questione storica ma tocca profondamente i valori fondanti della Repubblica Italiana.
Il dibattito sulla commemorazione del 25 Aprile e sul posto del fascismo nella memoria storica italiana continua a essere un punto di frizione. L’iniziativa del giornale ‘il manifesto’ a Milano, che cerca di mantenere viva la memoria dei crimini fascisti, evidenzia la persistente necessità di confrontarsi con il passato per costruire un futuro consapevole delle proprie radici e dei valori di libertà e giustizia che dovrebbero unire il paese.