Il raduno delle Vespe a Pontedera celebra 140 anni di storia su due ruote
In una giornata segnata da nuvole minacciose che hanno deciso di concedere una tregua, Ventimila appassionati di Vespa si sono dati appuntamento a Pontedera, luogo simbolo dove nel lontano 1946 prese vita il primo modello di un veicolo destinato a diventare iconico. Questo evento, denominato Vespa Village, ha trasformato una semplice piazza di mercato di fronte a un edificio anonimo in un punto di ritrovo vibrante per vespisti provenienti da ogni angolo del pianeta.
Da Australia, Canada, Giappone, America, Vietnam, Filippine, e Pakistan, gli appassionati si sono uniti ai loro omologhi italiani, rappresentanti di 660 club sparsi sul territorio, in una parata che ha preso vita lungo il viale Italia, creando un corteo di oltre 15 chilometri. L’atmosfera festosa e la condivisione di una passione comune hanno reso il mondo, almeno per un giorno, un posto dove le differenze sembravano svanire.
La Vespa: più di un semplice mezzo di trasporto
La particolarità di questo raduno non risiede solo nella notevole affluenza o nella varietà geografica dei partecipanti, ma nel significato profondo che la Vespa ha saputo incarnare nel corso degli anni. Non solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo di libertà, di semplicità e di avventura. Angelo Botombini, 86 anni, testimonia la profondità di questo legame: «Nella mia vita ho fatto il calzolaio e ho restaurato Vespe. La mia prima Vespa l’ho avuta a 13 anni e da allora non sono mai sceso».
La passione per la Vespa si trasforma in creatività per alcuni, come Armando Stabile, che ha convertito il suo scooter in una vera e propria consolle su ruote: «C’è un mixer, ci sono le casse, ci sono le stroboscopiche. Io sono un dj e amo la Vespa: ho unito le mie due grandi passioni». Questa trasformazione non è solo un tributo alla Vespa, ma anche un modo per enfatizzare la comunione e la gioia tra i partecipanti.
Un fenomeno culturale e sociale
La manifestazione ha evidenziato quanto la Vespa sia diventata un fenomeno che va oltre l’aspetto meramente meccanico o storico, infiltrandosi nella cultura popolare e nel tessuto sociale delle comunità. Otello Leggerini e Roberto Stefanelli, fondatori della Cld Libri, specializzata nella pubblicazione di libri e riviste dedicate ai Vespa Club, con 90 mila abbonamenti, ne sono un chiaro esempio. Il loro lavoro riflette il legame indissolubile tra la Vespa e i suoi appassionati, un mondo dove la semplicità e lo stupore di viaggiare si fondono.
Questa passione universale per la Vespa è stata ulteriormente sottolineata dalle parole di Kazuhiro Tsuchida, presidente del Vespa Club Tokyo: «Si può viaggiare per il mondo: questa è bellezza della Vespa». Anche Rudy Zerbi, celebrità del mondo dello spettacolo, ha espresso il suo affetto verso questo iconico scooter: «Io sono un vespista perché ci sono due cose belle nella vita: la donna e la Vespa. E la Vespa è donna».
Impatto economico e culturale sul territorio
L’evento ha avuto un impatto significativo anche sul piano economico locale, con gli alberghi del territorio che hanno registrato un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Il centro storico di Pontedera, ornato con festoni dedicati ai Vespa World Days, e le vetrine delle attività commerciali decorate a tema dimostrano come l’evento sia diventato un catalizzatore di vitalità per la città. Anche l’iniziativa culinaria del pizzicagnolo locale, che ha inventato «la merenda del piaggista», una schiacciata ripiena a piacere, testimonia l’ingegnosità e l’entusiasmo che questo raduno sa suscitare.
La magia del Vespa Village e il raduno di Pontedera sono la conferma di come la Vespa sia più di un semplice mezzo di trasporto. È un simbolo di libertà, di comunità e di passione che unisce le persone oltre i confini geografici e culturali, rendendo il mondo, almeno per un giorno, un posto migliore.