![Campi Flegrei: Verità scientifica e divulgazione corretta 1 20240422 093304](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240422-093304.webp)
La verità scientifica dietro il documentario sui Campi Flegrei
La recente trasmissione di un documentario dalla TV svizzera RSI ha sollevato un polverone di polemiche e allarmismo intorno alla potenziale eruzione dei Campi Flegrei, dipingendo uno scenario apocalittico per l’area di Napoli, scenario che sarebbe stato smentito da studi scientifici autorevoli. Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha espresso il suo disappunto per la rappresentazione data dal documentario, sottolineando come tale scenario sia altamente improbabile.
Il documentario in questione ha suggerito che una futura eruzione potrebbe sommergere Napoli sotto 30 metri di materiale vulcanico, una narrazione che ha immediatamente suscitato preoccupazione tra la popolazione. Tuttavia, a distanza di due giorni, il web italiano, attraverso i canali Geopop e Fanpage, ha pubblicato un mini-documentario che, secondo Doglioni, ha rappresentato fedelmente i risultati degli studi dell’INGV, dimostrando una volta di più l’importanza di una divulgazione corretta e basata su dati scientifici affidabili.
Il ruolo della divulgazione scientifica nell’era digitale
La risposta del web italiano al documentario svizzero non è stata soltanto una vittoria della divulgazione online, ma ha anche evidenziato come piattaforme digitali e canali indipendenti possano giocare un ruolo cruciale nel contrastare le informazioni fuorvianti. ‘Direi proprio di sì, anche perché vi seguo. So che fate buona divulgazione e di questo credo vi dobbiamo essere grati tutti quanti,’ ha dichiarato Doglioni, sottolineando l’importanza di fornire informazioni ‘il più possibile corrette, il più possibile oneste da un punto di vista scientifico.’
Questo episodio ha inoltre messo in luce l’impegno dell’INGV nel promuovere la conoscenza del sottosuolo attraverso progetti innovativi come l’Einstein Telescope e l’Earth Telescope. Questi strumenti rappresentano un salto qualitativo nello studio dei fenomeni sismici e vulcanici, con l’obiettivo di migliorare la previsione di tali eventi e, di conseguenza, la sicurezza delle popolazioni a rischio.
La sfida della comunicazione tra scienza e media
L’esperienza con il documentario svizzero ha tuttavia evidenziato una frizione tra la necessità di divulgazione scientifica accurata e la tendenza di alcuni media a favorire narrazioni sensazionalistiche. L’INGV, tradito nella forma e nei contenuti da un montaggio ad arte, ha rivelato l’intenzione di rivedere il proprio approccio nei confronti dei media. ‘Per certi aspetti sì, nel senso che noi ovviamente diamo fiducia, ma quando veniamo traditi, come in questo caso, si viene meno al patto di dare delle informazioni coerenti con quello che i nostri ricercatori rilasciano,’ ha commentato Doglioni.
Nonostante le sfide, l’INGV continua a investire in infrastrutture di monitoraggio avanzate e nella ricerca scientifica per fornire dati precisi e tempestivi sulla situazione dei Campi Flegrei. Il monitoraggio costante e approfondito dell’area, unito alla disponibilità dei risultati alla comunità scientifica e al pubblico, dimostra l’impegno dell’istituto verso una comunicazione trasparente e responsabile.
Un futuro di conoscenza e prevenzione
Il dibattito sollevato dal documentario sui Campi Flegrei ha riacceso l’attenzione sulla vulnerabilità delle aree a rischio vulcanico e sismico, sottolineando al contempo la necessità di una divulgazione scientifica accurata e accessibile. Mentre la comunità scientifica lavora alacremente per affinare le tecniche di previsione e monitoraggio, la collaborazione tra scienziati, media e piattaforme digitali emerge come fattore chiave per garantire che il pubblico riceva informazioni corrette ed equilibrate.
L’esperienza ha inoltre evidenziato come, in uno scenario complesso e in continua evoluzione come quello della gestione del rischio vulcanico e sismico, la conoscenza scientifica debba essere accompagnata da una forte componente di educazione pubblica. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile costruire una società più resiliente e informata, capace di affrontare con consapevolezza e preparazione le sfide che la natura pone.