La verità scientifica sui Campi Flegrei tra allarmismi e divulgazione corretta
Nell’era dell’informazione, il confine tra divulgazione scientifica accurata e sensazionalismo si assottiglia sempre di più, soprattutto quando si tratta di argomenti che riguardano la sicurezza pubblica e i potenziali disastri naturali. Un esempio lampante di questa dicotomia è stato il recente documentario trasmesso dalla TV svizzera RSI sui Campi Flegrei, che ha suscitato polemiche per la sua rappresentazione catastrofica dell’area napoletana. A differenza di questo, un mini-documentario prodotto da Geopop e Fanpage, uscito due giorni dopo, è stato lodato per la sua fedeltà ai dati scientifici forniti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Il Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, in un’intervista, ha espresso apprezzamento per il lavoro di Geopop e Fanpage, confermando che la divulgazione fatta da questi ultimi è stata più corretta e vicina alla realtà scientifica. ‘Direi proprio di sì, anche perché vi seguo. So che fate buona divulgazione e di questo credo vi dobbiamo essere grati tutti quanti’, ha affermato Doglioni, sottolineando l’importanza di offrire al pubblico informazioni precise e oneste.
Progetti futuri dell’INGV e rapporto con i media
L’INGV non si ferma alla semplice correzione delle narrazioni allarmistiche, ma guarda avanti con progetti ambiziosi come l’Einstein Telescope in Sardegna e l’Earth Telescope, per una conoscenza più profonda della Terra. Questi sforzi mirano a una comprensione più accurata dei fenomeni sismici e vulcanici, essenziali per prevenire e gestire meglio le emergenze naturali. ‘Il nostro corpo è fatto di atomi di mantello ed è ora che ci rendiamo conto che il nostro rapporto con la Terra deve essere diverso’, ha dichiarato Doglioni, evidenziando la necessità di investire in ricerca e monitoraggio.
La polemica sollevata dal documentario della RSI ha anche portato a una riflessione sull’approccio dell’INGV nei confronti dei media. Doglioni ha ammesso che, sebbene l’istituto abbia sempre cercato di mantenere un rapporto di massima trasparenza e disponibilità, l’esperienza negativa con il documentario svizzero li spingerà a essere più cauti. Questo non significa ridurre la disponibilità, ma garantire che le informazioni condivise siano utilizzate correttamente, per evitare allarmismi ingiustificati.
Lo stato attuale dei Campi Flegrei e gli scenari futuri
Nonostante le narrazioni sensazionalistiche, gli studi dell’INGV mostrano uno scenario meno catastrofico per i Campi Flegrei. La regione, infatti, è sottoposta a un monitoraggio costante che permette di rilevare variazioni importanti come l’accelerazione del sollevamento del suolo. ‘Quello che stiamo monitorando non ci tranquillizza completamente,’ ha ammesso Doglioni, ma ha anche chiarito che le dimensioni delle potenziali eruzioni sarebbero molto più contenute rispetto a quanto ipotizzato da alcuni media.
La vera minaccia, al momento, sembra essere più legata alla sismicità che all’eruttività. Il governo ha avviato una campagna di microzonazione sismica per identificare gli edifici più a rischio in caso di terremoti, anche di bassa magnitudo ma potenzialmente dannosi data la loro superficialità. Questo approccio preventivo è fondamentale per la sicurezza dell’area, dimostrando ancora una volta l’importanza di basare le politiche di protezione civile su dati scientifici solidi e non su scenari apocalittici improbabili.
Infine, è cruciale ricordare che, sebbene la probabilità di grandi eruzioni sia bassa, la vigilanza e il monitoraggio costante sono essenziali. L’INGV, con il suo impegno nella ricerca e nella divulgazione, rimane in prima linea per garantire che le informazioni corrette raggiungano il pubblico e le autorità, permettendo di affrontare con serenità e preparazione ogni possibile evoluzione della situazione dei Campi Flegrei.