Il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che da decenni anima il dibattito pubblico e politico italiano, si trova nuovamente al centro di una complessa procedura burocratica. Il ministero dell’Ambiente ha infatti sollecitato la società Stretto di Messina e il consorzio Eurolink, incaricati della realizzazione dell’opera, a fornire oltre 280 integrazioni alla documentazione presentata, evidenziando lacune e mancanze in diversi ambiti cruciali.
Richieste di integrazione: ambiente e sicurezza al primo posto
Tra le principali preoccupazioni espresse dal ministero spiccano l’analisi dei costi e dei benefici dell’opera, l’impatto ambientale, la preparazione dei cantieri e i rischi connessi a eventi estremi come maremoti e inondazioni. Il ministero, attraverso la commissione VIA (valutazione di impatto ambientale) composta da 50 esperti, ha evidenziato una mancanza di valutazioni approfondite su aspetti fondamentali come la qualità dell’aria, la dispersione di inquinanti nel mare, la tutela della biodiversità e le possibili conseguenze sulla linea di costa e sui siti protetti della rete Natura 2000.
Le richieste di integrazione si dividono in 155 quesiti relativi alla valutazione d’impatto ambientale, 66 per la valutazione di incidenza sui siti Natura 2000, e 16 riguardanti la gestione delle terre e delle rocce di scavo. A queste si aggiungono altre richieste considerate di minore rilevanza, ma non per questo trascurabili.
Tempi stretti e la posizione della società Stretto di Messina
I tempi per rispondere a queste richieste sono piuttosto stretti: la società Stretto di Messina e il consorzio Eurolink hanno a disposizione altri 30 giorni per fornire le integrazioni richieste, con la possibilità di chiedere una proroga. Tuttavia, il calendario è serrato poiché la commissione VIA vedrà scadere il proprio mandato il prossimo 24 maggio, e la nomina di una nuova commissione potrebbe richiedere mesi, potenzialmente ritardando ulteriormente la valutazione del progetto.
Nonostante le complessità, Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, ha affermato che le richieste del ministero sono ‘assolutamente congrue’ data l’entità e la complessità dell’opera, nonché le sue interazioni con il territorio e l’ambiente. Ciucci ha inoltre sottolineato l’impegno della società nel ridurre al minimo l’impatto ambientale del ponte.
Un progetto storico tra conferme e rinnovamenti
La costruzione di un ponte che colleghi la Sicilia alla Calabria è un’idea che affascina l’Italia da oltre 50 anni. Dopo diversi tentativi falliti, nel 2005 il consorzio Eurolink si aggiudicò l’appalto per realizzare l’opera, un progetto che all’epoca prevedeva un costo di 3,88 miliardi di euro. Negli anni, il progetto è stato più volte rivisto e aggiornato, con l’ultima stima dei costi che si aggira intorno ai 13,5 miliardi di euro, ai quali si aggiunge un miliardo per le opere accessorie.
Il progetto definitivo, aggiornato lo scorso anno, ha ricevuto il parere positivo da un comitato tecnico scientifico nominato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha tuttavia inserito 68 raccomandazioni per il consorzio Eurolink in vista della presentazione del progetto esecutivo.
Le comunità locali e l’eco delle preoccupazioni ambientali
La conferenza dei servizi, iniziata martedì al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha visto la partecipazione dei sindaci di Villa San Giovanni e di Messina, oltre ai rappresentanti della società Stretto di Messina. Le amministrazioni locali, insieme a diverse associazioni ambientaliste e comitati civici, hanno espresso preoccupazioni e dubbi riguardo all’impatto che l’opera potrebbe avere sul territorio e sull’ambiente, rilanciando il dibattito su un’opera controversa ma di indubbio interesse strategico per il paese.
In questo scenario di richieste, integrazioni e valutazioni, il futuro del Ponte sullo Stretto di Messina resta incerto, pendendo tra le esigenze di sviluppo infrastrutturale e le imprescindibili considerazioni ambientali, in un delicato equilibrio tra progresso tecnologico e sostenibilità.