Ex sindaco di Avellino Gianluca Festa ai domiciliari: tra accuse e scomparsa di prove
L’ex primo cittadino di Avellino, Gianluca Festa, si trova ora agli arresti domiciliari, una misura cautelare decisa a seguito di un’attenta valutazione delle sue recenti azioni, considerate un tentativo di ostacolare le indagini. Il giudice per le indagini preliminari di Avellino, Giulio Argenio, ha evidenziato una ‘gravissima attività di inquinamento probatorio’, riferendosi alla sparizione di un computer dall’ufficio del sindaco, un dispositivo che potrebbe contenere elementi cruciali relativi a presunte irregolarità in alcuni appalti comunali.
La sparizione del PC è stata registrata dalle telecamere di sorveglianza, che hanno catturato Festa mentre nascondeva il computer in una borsa, per poi trasportarlo via. Questo episodio, avvenuto nei primi giorni di marzo, poco dopo le prime perquisizioni, ha accelerato la decisione di applicare nei suoi confronti una misura cautelare, focalizzata inizialmente su specifici capi di accusa di un’inchiesta ben più ampia.
Una rete di relazioni e accuse pesanti
Il giudice Argenio ha sottolineato come la posizione di Festa, nonostante le dimissioni da sindaco, rimanga delicata. Grazie alla ‘fitta rete di rapporti’ sviluppata negli anni, vi sarebbe il rischio concreto che potesse influenzare testimoni o concordare strategie difensive con eventuali complici. La sua capacità di interferire nell’inchiesta è stata evidenziata anche dalla ‘sfrontatezza’ con cui ha negato la presenza del PC, nonostante le prove video del contrario.
Ad aggravare la situazione, ci sono ulteriori accuse, tra cui quella di aver rivelato informazioni riservate riguardanti un concorso per istruttori di vigilanza. Questo concorso, previsto per l’11 gennaio, fu interrotto a seguito di un’intervento della polizia giudiziaria, mobilitata da una segnalazione. Emerse che Festa avrebbe tentato di comunicare a un candidato le domande in anticipo, compromettendo l’integrità dell’intero processo di selezione.
Concorsi sotto la lente: il caso del concorso tecnico
Particolare attenzione è stata rivolta anche ad un concorso per l’assunzione di tre funzionari tecnici, durante il quale si sospetta che sia stata favorita una candidata ‘raccomandata’. Quest’ultima, stando a quanto riportato, si sarebbe addirittura lasciata andare in lacrime dopo la prova, ‘implicitamente confermando il giudizio non brillante sulla sua prestazione’. A questo proposito, sono coinvolti nell’inchiesta anche Fabio Guerriero, fratello di un consigliere comunale, e Filomena Smiraglia, dirigente architetto del Comune nonché presidente della commissione concorsuale.
Questi episodi gettano un’ombra sulla gestione degli appalti e dei concorsi pubblici da parte dell’amministrazione comunale di Avellino sotto la guida di Festa, sollevando preoccupazioni sul rispetto dei principi di trasparenza e meritocrazia.
Indagini in corso e possibili sviluppi
L’inchiesta, tuttavia, non si ferma ai capi di accusa già noti. Il giudice Argenio ha fatto sapere che le indagini sono ‘in fase di sviluppo’, allargandosi a ‘innumerevoli altri episodi’ ancora sotto esame. Questo include la valutazione di ulteriori reati e la possibile esistenza di un’associazione a delinquere che vedrebbe come protagonisti Festa e altri individui già menzionati.
La complessità del caso e la molteplicità delle accuse sollevano interrogativi sull’integrità di alcune procedure amministrative e concorsuali. Mentre le indagini proseguono, la comunità di Avellino attende risposte, sperando in una rapida chiarificazione delle accuse e in un recupero della fiducia nelle istituzioni locali.
La vicenda dell’ex sindaco Festa mette in luce la sfida continua contro la corruzione e l’abuso di potere all’interno delle amministrazioni locali. Mentre si attendono ulteriori sviluppi, la comunità e le autorità auspicano un ritorno alla normalità e alla legalità, fondamentali per la salute della democrazia e del tessuto sociale.