![Sciopero Rai: la battaglia per l'indipendenza del servizio pubblico 1 20240418 064359](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240418-064359.webp)
Sciopero Rai: la protesta contro la politizzazione e la crisi del servizio pubblico
In una mossa senza precedenti, l’Assemblea dei Comitati di redazione e dei fiduciari della Rai ha proclamato, con una decisione quasi unanime di 8 voti contrari e un astenuto, lo stato di agitazione, affidando al sindacato Usigrai il compito di organizzare un pacchetto di cinque giorni di sciopero. La protesta nasce da una serie di tensioni accumulate negli ultimi mesi, che hanno portato alla luce una crescente preoccupazione per il futuro del servizio pubblico italiano. Le ragioni di tale mobilitazione sono molteplici e toccano nervi scoperti della gestione della Rai, tra cui la percezione di una crescente influenza politica, la mancata sostituzione di oltre 100 lavoratori usciti negli ultimi anni, e il declino nella qualità e nell’autonomia dell’informazione.
Le accuse: servizio pubblico o ‘megafono dei partiti’?
La critica più dura mossa dai giornalisti e dai lavoratori della Rai riguarda la trasformazione del servizio pubblico in quello che è stato definito un ‘megafono dei partiti’. Tale accusa fa eco alle preoccupazioni espresse da diverse voci all’interno del panorama mediatico e politico italiano, che vedono nel controllo partitico un rischio per l’integrità e l’indipendenza dell’informazione. A tal proposito, l’Assemblea ha espresso forte dissenso per ‘gli accorpamenti di testate calati dall’alto’ che rischiano di minare la vocazione all news di Radio1, così come per la ‘mancata volontà di indire una selezione pubblica’ per i posti vacanti, e per il ‘mancato rispetto degli accordi sindacali’.
Il punto di vista del Partito Democratico
Il sostegno alla protesta da parte del Partito Democratico, con Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria dem, che ha dichiarato: ‘Siamo pienamente d’accordo. La Rai è ostaggio dei partiti’, sottolinea la portata politica di questo conflitto interno. Ruotolo evidenzia una perdita di autorevolezza e credibilità del servizio pubblico, sottolineando la necessità urgente di una riforma della governance. In questo contesto, viene citato il Media Freedom Act europeo, che impone l’autonomia e l’indipendenza dalla politica dei servizi pubblici di informazione, come direzione verso cui muoversi per evitare un declino ritenuto ormai vicino all’essere ‘irreversibile’.
La situazione dei lavoratori e le richieste sindacali
Al centro della protesta ci sono anche le condizioni lavorative dei giornalisti e dei tecnici della Rai. La mobilitazione sindacale punta i riflettori sulla necessità di stabilizzare i precari, sulle problematiche legate ai tagli alle troupe e sulla disdetta del premio di risultato da parte del vertice aziendale. Queste questioni, unitamente alla richiesta di maggior trasparenza nelle selezioni e nel rispetto degli accordi sindacali, delineano un quadro di malcontento generale che va oltre la sola questione dell’influenza politica, toccando aspetti fondamentali relativi al diritto del lavoro e alle condizioni occupazionali all’interno del servizio pubblico.
Una crisi di identità e autonomia
La crisi che sta attraversando la Rai sembra essere, dunque, multifaccettata. Da un lato, vi è la preoccupazione per un servizio pubblico che rischia di perdere la propria identità e autonomia a causa della pressione politica; dall’altro, emergono questioni legate alla gestione delle risorse umane e alla qualità dell’offerta informativa e culturale. La proclamazione dello stato di agitazione e i giorni di sciopero annunciati rappresentano un segnale forte, non solo di protesta ma anche di richiesta di un cambiamento radicale nella governance e nella politica editoriale dell’ente.
La posizione espressa dal Partito Democratico e la mobilitazione del sindacato Usigrai mostrano una chiara volontà di contrastare quelle che vengono percepite come derive pericolose per il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. La sfida che si prospetta nei prossimi mesi sarà quella di trovare un equilibrio tra le necessarie riforme, la tutela dell’autonomia informativa e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, in un contesto mediatico sempre più complesso e frammentato.