La vicenda dei finanziamenti a Visibilia: indagini su Santanché
La figura di Daniela Santanché, ministra del Turismo, si trova al centro di un’inchiesta milanese che ha recentemente visto il deposito di una dettagliata relazione da parte della Banca d’Italia. L’oggetto dell’indagine riguarda due specifici finanziamenti bancari, ottenuti per un totale di 2,74 milioni di euro, che avrebbero visto le società Visibilia srl e Visibilia Concessionaria presentarsi falsamente come start-up per accedere a fondi garantiti da iniziative pubbliche. Secondo quanto riportato da La Stampa, questi movimenti finanziari sono ora sotto la lente degli inquirenti per una presunta truffa.
Le operazioni finanziarie sotto scrutinio
Il primo dei finanziamenti contestati risale al 2012, con un importo erogato di due milioni di euro a favore di Visibilia srl. La richiesta, firmata da Santanché, prevedeva l’accesso a un mutuo garantito dal Fondo pubblico per le piccole e medie imprese. Al centro dell’attenzione ci sono 103 fatture presentate a supporto della domanda, che secondo l’analisi di Bankitalia sarebbero state retrodatate agli anni 2009 e 2010. Queste fatture avrebbero dovuto dimostrare l’esistenza di vari investimenti pianificati, ma l’istituzione finanziaria le ha ritenute non veritiere nella loro datazione.
La destinazione dei fondi ottenuti con il primo finanziamento ha sollevato ulteriori dubbi. Una parte significativa delle risorse sarebbe stata trasferita alla D1 Partecipazioni, una società controllata per il 90% dalla stessa Santanché. Questo passaggio di capitali è ora uno degli elementi chiave sotto esame nell’ambito delle indagini.
Il secondo finanziamento e l’emergenza Covid
Il secondo finanziamento, questa volta di 740mila euro, è stato erogato a novembre 2020 a Visibilia Concessionaria. Anche in questo caso, la presentazione della società come start-up ha permesso l’accesso a risorse finanziarie, stavolta nell’ambito delle ‘misure temporanee in materia di aiuti di Stato’ previste per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Le indagini mettono in luce come i fondi siano stati parzialmente utilizzati per finanziare ‘l’aumento di capitale di Visibilia Editore spa’, un’operazione che ora fa parte degli accertamenti per comprendere la legittimità delle modalità di ottenimento e uso dei finanziamenti.
Le indagini in corso e le possibili implicazioni
La Guardia di finanza e i pubblici ministeri stanno procedendo con un’approfondita analisi delle circostanze legate all’ottenimento dei due finanziamenti. L’ipotesi che viene valutata è quella di una truffa, con la presentazione di documentazione non conforme alla realtà per accedere a fondi pubblici destinati a supportare le start-up e le piccole e medie imprese in momenti di difficoltà economica. La questione assume contorni particolarmente delicati considerando il ruolo pubblico ricoperto da Daniela Santanché, la cui attività imprenditoriale è ora scrutata alla luce delle responsabilità politiche e amministrative che la vedono impegnata.
Le implicazioni dell’indagine potrebbero avere un impatto significativo non solo sul piano personale per la ministra ma anche in termini di percezione pubblica riguardo alla gestione delle risorse statali in periodi critici come quello dell’emergenza sanitaria. Mentre gli inquirenti procedono nel loro lavoro, il dibattito pubblico e politico si arricchisce di nuovi elementi di riflessione sulla trasparenza e l’integrità nelle pratiche di finanziamento aziendale.
La vicenda, con i suoi sviluppi e i suoi risvolti, resta dunque al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Le prossime fasi dell’inchiesta chiariranno le eventuali responsabilità e le conseguenze per i soggetti coinvolti, in una trama che intreccia finanza, politica e le sfide dell’etica imprenditoriale e pubblica.