![La lotta di Meloni contro l'utero in affitto e la denatalità in Italia: una prospettiva politica e sociale 1 20240412 172612](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240412-172612.webp)
La lotta contro l’utero in affitto: Meloni punta a un reato universale
Nel panorama politico italiano, la questione dell’utero in affitto torna prepotentemente al centro del dibattito, con la Premier Giorgia Meloni che ribadisce il proprio fermo rifiuto nei confronti di questa pratica, definita “disumana”. Durante l’evento “Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro”, Meloni ha esposto la sua visione, incalzando sulla necessità di affrontare la questione dell’inverno demografico senza ricorrere a soluzioni come la gestazione per altri. “L’utero in affitto è una pratica disumana”, ha affermato, annunciando l’imminente approvazione di una proposta di legge che mira a renderla un reato perseguibile universalmente, anche se commesso all’estero.
A sostegno di questa iniziativa, Meloni ha evidenziato come la gestazione per altri alimenti “un mercato transnazionale” che trasforma il desiderio di genitorialità in un mero atto di consumo. Questa posizione si allinea con la visione della premier che, da sempre, si oppone alla possibilità di adozione da parte di coppie omogenitoriali, ribadendo l’importanza del “rapporto specifico della madre e del padre” nella crescita dei bambini. Il discorso al Tempio di Adriano, aperto da un videomessaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha posto l’accento sulla necessità di politiche attive per sostenere le giovani coppie e affrontare la denatalità.
La denatalità in Italia e l’Europa: una questione trasversale
La denatalità non è solo un problema nazionale ma europeo. La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha sottolineato come questo fenomeno generi “un nuovo problema, la solitudine”, alterando la struttura sociale e familiare. L’evento ha visto la partecipazione delle commissarie Ue per la Demografia e per l’Uguaglianza, Dubravka Suica e Helena Dalli, che hanno evidenziato l’importanza di un approccio comune a livello europeo.
Per contrastare l’inverno demografico, il governo italiano ha già avviato politiche di sostegno alla natalità, con Meloni che rivendica “2,5 miliardi di investimenti diretti, con benefici per le famiglie italiane di 16 miliardi di euro”. Tuttavia, oltre agli sforzi nazionali, c’è l’esigenza di una strategia europea che riconosca la peculiarità delle spese per la natalità, non considerandole come altre spese nei bilanci nazionali.
Un dibattito che si intreccia con temi di immigrazione e lavoro
La questione demografica si intreccia strettamente con quella dell’immigrazione e del mondo del lavoro. La ministra Marina Calderone ha lanciato un avvertimento riguardo i “4,5 milioni di boomer” che lasceranno il mercato lavorativo nei prossimi quattro anni, un campanello d’allarme per l’economia italiana. Di fronte a questo scenario, il governo ha aperto all’immissione di immigrati nel mercato del lavoro, come mai accaduto prima, secondo quanto affermato da Roccella. Tuttavia, il vicepremier Antonio Tajani ha sottolineato che l’immigrazione regolare non può essere vista come la soluzione al calo demografico.
La strategia per contrastare la denatalità e lo spopolamento delle aree interne del Paese richiede un approccio multilivello, che coinvolga sia il governo nazionale sia l’Unione Europea. Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha messo in evidenza la necessità di una strategia europea che affronti queste sfide, in un momento in cui l’Italia e l’Europa si trovano di fronte a una “tragedia annunciata” sul fronte demografico.
La battaglia contro l’utero in affitto e la denatalità si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul futuro demografico del Paese e dell’Europa. Mentre il governo italiano avanza nella sua crociata contro la gestazione per altri, resta aperta la questione su come affrontare in modo efficace e inclusivo le sfide della genitorialità e del rinnovamento generazionale.