Un passo avanti verso il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE
La risoluzione per includere il diritto all’aborto sicuro e legale nella Carta fondamentale dell’Unione Europea è stata votata nella mini-Plenaria di Bruxelles, segnando un momento storico nella lotta per i diritti riproduttivi delle donne in Europa. L’iniziativa, promossa dal gruppo di Renew Europe insieme a Socialisti e Democratici, Verdi e Sinistra, segue l’esempio della Francia che, il 4 marzo scorso, ha inserito questa prerogativa nella sua Costituzione. Nonostante il cammino verso l’approvazione sia ostacolato dalla necessità di un accordo unanime tra gli Stati membri, molti dei quali si oppongono fermamente a tale inclusione, l’azione rappresenta un tentativo significativo di armonizzare le politiche sull’aborto all’interno dell’Unione.
Le dichiarazioni di Karen Melchior
Karen Melchior, eurodeputata di Renew Europe e promotrice della risoluzione, ha sottolineato come la salute delle donne sia spesso compromessa da legislazioni restrittive che mettono in pericolo la loro vita, specialmente in Paesi come la Polonia e l’Ungheria, dove le leggi sull’aborto sono particolarmente severe. “Vietare l’interruzione volontaria di gravidanza significa vietare aborti sicuri,” ha dichiarato Melchior, evidenziando l’importanza di garantire il diritto all’aborto come principio fondamentale di libertà individuale e autonomia corporea.
Un’Europa divisa
Nonostante l’ampio sostegno da parte di vari gruppi politici, la proposta si scontra con l’opposizione di partiti come il Partito Popolare Europeo, il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei e il Partito Identità e Democrazia, spesso influenzati da gruppi religiosi estremisti. Questa resistenza riflette la profonda divisione all’interno dell’UE riguardo ai diritti riproduttivi, con molti Stati membri che non vogliono garantire il diritto all’aborto, spesso per paura di contrariare le posizioni di una parte estrema della Chiesa cattolica.
La lotta per i diritti civili
La battaglia per l’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE è sintomo di un conflitto più ampio sui diritti civili, dove spesso una minoranza rumorosa riesce a imporsi sul dibattito pubblico. Tuttavia, Melchior sottolinea la presenza di una “grande ma silenziosa maggioranza” a favore dei diritti civili, che necessita di diventare più vocale per contrapporsi alle narrazioni dominanti. La situazione in Polonia e Ungheria, dove i governi hanno drasticamente limitato l’accesso all’aborto, è un esempio emblematico di come i diritti delle donne possano essere sacrificati su altari politici.
Un futuro incerto ma pieno di speranza
Nonostante le difficoltà e le resistenze, l’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali rappresenterebbe un passo importante verso l’uniformità delle politiche sull’aborto in tutta l’Unione. Melchior e i suoi alleati continuano a lottare per superare le divisioni e garantire che la salute e il benessere delle donne siano protetti a livello europeo. L’obiettivo è creare una legislazione che rispecchi i principi di dignità, libertà e uguaglianza su cui l’UE si fonda, assicurando che ogni donna abbia il diritto di decidere autonomamente sul proprio corpo, indipendentemente dalle leggi nazionali.
La strada verso una legislazione europea più inclusiva e rispettosa dei diritti delle donne è ancora lunga e irta di ostacoli. Tuttavia, iniziative come quella promossa da Karen Melchior e Renew Europe illuminano un percorso possibile per raggiungere l’uguaglianza e la libertà di scelta per tutte le donne dell’Unione, sfidando le legislazioni restrittive e le pressioni politiche e sociali che ancora oggi mettono a rischio la loro salute e sicurezza.