Ritrovati due corpi al nono piano della centrale di Bargi: sale il bilancio delle vittime
Le operazioni di soccorso presso la centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi, sul lago di Suviana, proseguono incessanti e, in un contesto di difficoltà estreme, hanno portato al ritrovamento di altri due corpi. Questi tragici rinvenimenti portano a cinque il numero delle vittime della strage di Suviana, segnando un momento di svolta nelle operazioni di ricerca ancora in corso per trovare gli ultimi dispersi. Le vittime erano parte di un gruppo di 15 operai impegnati nella messa in opera della turbina prima che un’esplosione, presumibilmente causata da un cortocircuito, avesse luogo, trasformando il sito in un cumulo di rovine sommerse.
Le condizioni di ricerca sono state tra le più complesse, con i sommozzatori dei Vigili del Fuoco che hanno dovuto procedere ‘avanti al tatto’ in un ambiente a visibilità quasi nulla, analogamente a quanto accaduto nelle operazioni di soccorso della Costa Concordia. Il direttore regionale dei Vigili del Fuoco per l’Emilia-Romagna, Francesco Notaro, ha espresso fiducia nel ritrovamento degli altri dispersi, data la prossimità dei luoghi di lavoro dei tre operai.
Le difficoltà e le strategie delle operazioni di soccorso
Giuseppe Petrone, responsabile dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco, ha descritto lo scenario delle operazioni come estremamente complesso, con visibilità ridotta a causa dell’inquinamento dell’acqua. Quest’ultimo, principalmente costituito da olii e idrocarburi, ha richiesto un’intensa attività di bonifica prima di poter procedere con le ricerche. Nonostante le sfide, la determinazione dei soccorritori non è mai venuta meno, impegnati senza sosta alla ricerca degli ultimi due dispersi in uno scenario ostile e pericoloso.
La stabilizzazione dell’afflusso d’acqua e la rimozione degli inquinanti hanno consentito la ripresa delle operazioni, con diversi team di sommozzatori che si alternano nell’esplorazione dei piani sommersi della centrale. Queste misure sono state cruciali per garantire la sicurezza delle operazioni e per massimizzare le possibilità di successo delle ricerche.
L’inchiesta sulla tragedia
Parallelamente alle operazioni di soccorso, l’attenzione si rivolge anche alle cause dell’esplosione, con la procura della Repubblica di Bologna che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro e omicidio colposo. Il Procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini stanno conducendo indagini approfondite, inclusi accertamenti su appalti e subappalti. Amato ha sottolineato l’importanza di valutare le condizioni delle ditte coinvolte e la conformità alle normative di prevenzione e sicurezza sul lavoro.
Importanti sono state le dichiarazioni riguardanti le procedure post-mortem delle vittime. Per ridurre al minimo l’impatto sulle famiglie dei deceduti, la procura ha optato per accertamenti esterni in luogo delle autopsie, accelerando così la restituzione delle salme ai familiari per le esequie.
La comunità in attesa di risposte
Il dramma umano tocca profondamente la comunità, con familiari e amici delle vittime che attendono risposte e giustizia. Tra le storie più toccanti vi è quella di Stefano Bellabona, tecnico ferito gravemente nell’esplosione e attualmente ricoverato con ustioni su tutto il corpo. La moglie, Chiara Badin, esprime la difficile attesa di notizie sulle condizioni del marito, riflettendo il sentimento di speranza e preoccupazione che pervade tutti coloro che sono stati toccati da questa tragedia.
Nel frattempo, la comunità scientifica e industriale segue con attenzione le indagini, sperando che da questo drammatico evento possano emergere lezioni importanti sulla sicurezza e la prevenzione in ambito lavorativo. La tragedia di Suviana non è solo un ricordo doloroso, ma un monito a rivedere e rafforzare le pratiche e le normative che regolamentano i lavori in contesti potenzialmente pericolosi.