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Il governo lavora a una norma contro le chiusure scolastiche per feste religiose
Nel tentativo di arginare una pratica che sta suscitando non poche polemiche, il Ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara sta elaborando una normativa specifica per prevenire le chiusure delle scuole durante le festività religiose, come accaduto recentemente per la fine del Ramadan. Il caso dell’istituto comprensivo statale ‘Iqbal Masih’ di Pioltello, che aveva deciso di sospendere le lezioni l’10 aprile in occasione di questo evento, ha catalizzato l’attenzione e l’indignazione del Ministro, spingendolo a intervenire con una proposta di legge che impedisca future simili iniziative.
La decisione dell’istituto di Pioltello aveva destato sorpresa e perplessità, soprattutto perché il calendario scolastico è di competenza della Regione Lombardia, la quale concede alle scuole la possibilità di derogare esclusivamente per esigenze legate al piano dell’offerta formativa, escludendo quindi motivazioni di carattere religioso. ‘Le vacanze legate a festività e celebrazioni non possono essere definite dalle scuole’, ha sottolineato Valditara, evidenziando la necessità di valutazioni didattiche piuttosto che confessionali.
Una norma di buonsenso
Il Ministro dell’Istruzione ha definito il lavoro in corso come la ricerca di una ‘norma di buonsenso’, volta a regolamentare situazioni che, senza un adeguato controllo, rischiano di generare conflittualità e caos nel sistema scolastico nazionale. La proposta in analisi prevederebbe di vietare alle scuole l’autorizzazione di assenze legate a festività religiose, a meno che non siano già previste da accordi esistenti tra lo Stato e le singole confessioni religiose. Una mossa che mira a porre un freno a decisioni unilaterali da parte delle istituzioni scolastiche, che potrebbero altrimenti ledere il principio di laicità della scuola pubblica.
Il preside dell’istituto di Pioltello, finito nel mirino anche di numerose critiche online, aveva difeso la scelta sottolineando l’elevata presenza di studenti musulmani e l’impatto significativo che la celebrazione dell’Eid-El-Fitr ha sulla frequenza scolastica. Tuttavia, l’intervento del Ministero ha portato a una revisione della delibera, che è stata corretta per sanare le ‘irregolarità’ segnalate dall’Ufficio Scolastico Regionale, ribadendo l’impegno a rispettare le esigenze didattiche.
Le reazioni politiche e la situazione a Pioltello
La questione ha provocato reazioni anche in ambito politico, con la Lega che in Consiglio regionale lombardo ha tentato, senza successo, di far approvare una mozione per sollecitare il Governo a regolamentare le deroghe scolastiche legate alle festività religiose. La proposta mirava a evitare discriminazioni tra le diverse confessioni e a introdurre strumenti di monitoraggio adeguati. La bocciatura della mozione con 34 voti contrari e 33 favorevoli ha evidenziato la divisione sull’argomento, con alcuni esponenti politici che hanno criticato l’iniziativa come un tentativo di alimentare una ‘crociata ideologica’ contro l’autonomia scolastica e la comunità di Pioltello.
Nonostante le controversie, l’istituto ‘Iqbal Masih’ di Pioltello rimane un simbolo di inclusione e di lotta contro le discriminazioni, dedicato alla memoria di un bambino pakistano vittima del lavoro minorile. La scelta di chiudere per la festa di Eid al-Fitr riflette la volontà di rispettare le tradizioni e le esigenze di una comunità studentesca diversificata, in un momento in cui la società italiana si confronta con la sfida dell’integrazione culturale e religiosa. Il Ramadan, periodo di digiuno e preghiera per i musulmani, sottolinea l’importanza di riconoscere e valorizzare le differenze in un contesto educativo che si voglia davvero inclusivo e rispettoso di tutti gli alunni.
La situazione a Pioltello e l’intervento del Ministro Valditara aprono quindi un dibattito più ampio sulla gestione delle diversità culturali e religiose all’interno del sistema scolastico italiano, evidenziando la necessità di trovare un equilibrio tra rispetto delle tradizioni e aderenza ai principi di laicità e uniformità dell’offerta formativa. Mentre il Governo lavora alla definizione della nuova norma, resta fondamentale il dialogo tra istituzioni, comunità scolastiche e famiglie per garantire un’educazione che sia allo stesso tempo inclusiva e conforme ai valori condivisi dalla società italiana.