Il dialogo per il futuro della scuola Besta: tra speranze e divergenze
Il dibattito sulla costruzione della nuova scuola Besta a Bologna entra in una fase cruciale con l’avvio di un dialogo tra l’amministrazione comunale e i rappresentanti dei comitati ambientalisti e cittadini. In un incontro che ha visto la presenza del sindaco Matteo Lepore, della vice sindaca Emily Clancy, della delegata alla Sicurezza, Matilde Madrid, e di una delegazione di attivisti, le parti hanno esplorato le possibilità di conciliazione su un progetto che ha scatenato ampie controversie. “Non ci aspettavamo di trovare una sintesi al primo incontro e siamo rimasti molto distanti rispetto alle nostre opinioni”, ha dichiarato il sindaco Lepore, sottolineando l’importanza di procedere verso un dialogo produttivo.
Il fulcro della discussione risiede nella realizzazione di una nuova struttura scolastica nel parco Don Bosco, un progetto da 18 milioni finanziato dai fondi Pnrr, che mira a sostituire l’attuale edificio considerato obsoleto. La posizione del Comune, espressa con fermezza da Lepore, punta a rassicurare sui benefici dell’opera e sull’impegno a non incrementare il consumo di suolo, contrariamente a quanto temuto dal Comitato Besta. “Per noi si tratta adesso di portare avanti un dialogo produttivo”, ha ribadito Lepore, enfatizzando la necessità di superare le forti contrapposizioni emerse.
Un percorso comune per la scuola e il parco
Il sindaco ha messo in luce la volontà dell’amministrazione di lavorare insieme alla comunità per garantire il futuro dell’istruzione nel quartiere San Donato, evitando che le nuove iscrizioni subiscano un calo dovuto alla controversia. “Cerchiamo di lavorare per il bene dei bambini e mettere da parte tutto il rancore e i pregiudizi e lavoriamo assieme per trovare al più presto una soluzione”, ha esortato Lepore. Un appello al dialogo che si scontra con i tempi ristretti imposti dalla programmazione dei fondi Pnrr, che richiede la conclusione dei lavori entro il 2026.
Nonostante il cantiere sia attualmente fermo, a causa della presenza di attivisti e della necessità di evitare scontri, l’amministrazione sottolinea le perdite economiche significative causate da ogni giorno di inattività. Lepore ha infatti evidenziato come ogni giorno di stop al cantiere comporti “diverse centinaia di migliaia di euro di danni”, un aspetto che non può essere trascurato nella valutazione complessiva del progetto.
La reazione dei comitati e la mobilitazione cittadina
Da parte loro, i rappresentanti del Comitato Besta hanno espresso una cauta apertura al dialogo, pur mantenendo ferme le loro posizioni. “Abbiamo stabilito che le posizioni sono molto diverse, però c’è la volontà di dialogare”, ha confermato Gianni De Giuli, voce della protesta. L’impegno a non procedere con il cantiere fino alla ricerca di una soluzione condivisa rappresenta un punto di intesa preliminare, seppur fragile.
La mobilitazione cittadina, che ha visto oltre 500 persone riunirsi in piazza Maggiore con bandiere e striscioni per sostenere la conservazione del parco Don Bosco, sottolinea l’importanza della questione per la comunità bolognese. “Siamo qui per sostenere la lotta di chi andrà a trattare”, ha dichiarato una studentessa, evidenziando il legame emotivo e sociale che lega i cittadini al parco e alla scuola. La frase “Il Don Bosco non si tocca, proseguiremo con la lotta” è divenuta il leitmotiv della manifestazione, simbolo di una resistenza che chiede di essere ascoltata.
La strada verso una soluzione condivisa
Le prossime settimane saranno decisive per stabilire se il dialogo intrapreso potrà effettivamente portare a una soluzione che concili gli interessi della comunità scolastica, la salvaguardia del parco e le esigenze di rinnovamento infrastrutturale imposte dai tempi del Pnrr. Il sindaco Lepore ha ribadito l’importanza di mantenere un approccio costruttivo, allontanando le scene di contrapposizione che hanno caratterizzato le ultime settimane. “Credo che Bologna si meriti questo e non le scene che abbiamo visto l’altro giorno”, ha dichiarato, facendo riferimento all’arresto di uno studente durante le proteste, un episodio che ha ulteriormente acceso i riflettori sulla situazione.
Il percorso per raggiungere una soluzione accettabile per tutte le parti coinvolte è ancora lungo e irto di difficoltà. Tuttavia, l’impegno al dialogo manifestato sia dall’amministrazione comunale sia dai rappresentanti dei comitati e dei cittadini rappresenta un primo passo fondamentale verso la risoluzione di un conflitto che tocca temi sensibili come l’educazione, l’ambiente e il diritto alla città. Mentre le discussioni proseguono, resta la speranza che il dialogo possa prevalere sulla contrapposizione, per il bene della comunità e delle future generazioni.