![Milano: la rivoluzione toponomastica femminile che sta cambiando la città 1 20240408 083824 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240408-083824-1.webp)
La lenta marcia di Milano verso una toponomastica femminile
La città di Milano si trova ad affrontare una sfida importante, quella di equilibrare la rappresentazione di genere nelle sue vie, piazze e giardini. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, la percentuale di vie dedicate a donne rimane significativamente bassa, attestandosi al 6,7%, al di sotto della media nazionale che si aggira attorno all’8%. Questo dato emerge chiaramente dal lavoro svolto dall’associazione ‘Toponomastica Femminile’, che da anni si batte per una maggiore equità nella denominazione degli spazi urbani.
Il panorama milanese conta, infatti, 4.250 strade, di cui solo 173 intitolate a donne. Questo significa che, in pratica, solo una via su quindici porta il nome di una donna, lasciando emergere una notevole disparità di genere nella rappresentazione storica e culturale della città. La presidente dell’associazione ‘Toponomastica Femminile’, Maria Pia Ercolini, sottolinea come questa percentuale ‘possa e debba essere aumentata’ per raccontare meglio la storia della città e incrementare l’autostima delle ragazze che in essa vivono o la visitano.
Un calendario ricco di intitolazioni femminili
Da quando Tommaso Sacchi ha assunto il ruolo di assessore alla Cultura nel 2021, l’amministrazione milanese ha fatto un passo avanti, dedicando 30 nuove intitolazioni, metà delle quali a donne. Questi sforzi sono parte di un’impegno più ampio che mira a colmare un gap storico, riconoscendo il ruolo e il contributo delle donne nella storia e nella cultura milanese. L’obiettivo, come sottolinea Sacchi, è anche quello di coinvolgere maggiormente il pubblico in queste celebrazioni, come dimostra l’interesse suscitato dall’intitolazione dedicata a Carla Lonzi.
Il calendario delle intitolazioni femminili si arricchisce continuamente. Recentemente, è stata dedicata una piazzetta ad Adelaide ‘Lilla’ Brignone, e sono previste altre celebrazioni, tra cui l’inaugurazione di un giardino e un orto in onore delle sorelle Wally e Lena D’Ambrosio, partigiane della Resistenza. Inoltre, il ‘Giardino Giuni Russo’ verrà inaugurato il prossimo 17 settembre, rendendo omaggio alla nota cantante.
Non solo numeri: la qualità delle intitolazioni
Al di là della questione numerica, il dibattito si estende anche alla qualità delle figure femminili scelte per le intitolazioni. Se in passato la maggior parte degli spazi pubblici era dedicata a sante e madonne, oggi l’attenzione si sposta verso donne che hanno ricoperto ruoli significativi nella storia e nella società milanese. Questa scelta è volta a recuperare e valorizzare la memoria femminile, come spiega Elena Lattuada, delegata del sindaco Sala alle Pari opportunità di genere.
Il Comune ha iniziato a diversificare le figure femminili onorate, includendo, per esempio, la prima avvocata Lidia Poët e l’attrice Mariangela Melato. Questo approccio non solo arricchisce il racconto della città sotto il profilo femminista ma contribuisce anche a dare visibilità e riconoscimento a quelle donne che, con il loro coraggio e impegno, hanno aperto la strada ai diritti e alle libertà godute oggi.
Un futuro più equo nella toponomastica milanese
Il percorso verso una maggiore equità di genere nella toponomastica di Milano è ancora lungo, ma l’impegno dimostrato dall’amministrazione comunale fa ben sperare per il futuro. L’inclusione di nuove figure femminili nel tessuto urbano milanese non solo rende omaggio al loro contributo storico, culturale e sociale ma invia anche un messaggio potente alle nuove generazioni sulla necessità di riconoscere e valorizzare il ruolo delle donne in ogni ambito della vita pubblica e privata.
Con iniziative come queste, Milano si pone come esempio di come le città possano evolversi per diventare più inclusive e rappresentative di tutte le componenti della società. Mentre l’amministrazione si prepara per le celebrazioni del 2025, in occasione degli 80 anni dalla Liberazione, con molte altre intitolazioni a donne e staffette partigiane, la strada tracciata finora promette di portare a una città dove ogni cittadino e cittadina può sentirsi rappresentato e valorizzato.