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Il Piemonte accoglie 18 nuovi medici di base per contrastare la carenza sanitaria
La Regione Piemonte annuncia un significativo rinforzo alla rete sanitaria provinciale con l’arrivo di diciotto nuovi medici di base, una risposta concreta alla persistente carenza di professionisti sanitari. Questi medici verranno distribuiti in diverse località: cinque ad Alessandria, due a Castellazzo Bormida, Casale Monferrato e Ovada, e uno nelle aree di Frassineto Po, Sale, Tortona, Novi Ligure e Carpeneto-Trisobbio. Alcuni aspettano ancora l’assegnazione definitiva.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’impegno della Regione Piemonte, guidata dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi. Dopo un avviso pubblico che ha raccolto l’interesse di circa 200 candidati, la regione ha reclutato 181 medici di famiglia, destinati a rafforzare le zone più bisognose di assistenza sanitaria.
Un segno positivo per la provincia di Alessandria
La carenza di medici è un problema che si trascina da anni, con ripercussioni significative sul benessere dei cittadini. La situazione è stata particolarmente critica nelle aree più remote e nelle comunità con una popolazione anziana, dove l’accesso alle cure mediche diventa più complicato. La provincia di Alessandria, come evidenziato dal presidente dell’Ordine dei Medici Antonello Santoro, ha sofferto notevolmente di questa carenza.
“Credo che sia molto positivo”, ha commentato Santoro, sottolineando l’importanza dell’arrivo di nuovi professionisti in grado di affrontare la carenza di offerta sanitaria. L’obiettivo è quello di migliorare l’assistenza ai pazienti, che da troppo tempo subiscono le conseguenze di questo deficit. Santoro ha inoltre espresso il desiderio di collaborare strettamente con l’Ordine provinciale per facilitare l’integrazione dei nuovi medici con le altre figure professionali del territorio.
La crisi sanitaria in Piemonte: un calo progressivo
Il Piemonte ha assistito a un progressivo calo del numero di medici di base negli ultimi anni, un trend negativo che ha risentito di un continuo peggioramento. Dal 2016, la regione ha registrato una diminuzione costante di professionisti: 88 in meno il primo anno, seguiti da cali ancora più consistenti nei successivi, fino a raggiungere una diminuzione di 324 unità nel 2022. Nel 2023, si aggiungono altri 200 medici di base in meno, accentuando l’emergenza soprattutto nelle aree più isolate e difficili da raggiungere.
La distanza dagli ospedali e l’età avanzata della popolazione rendono queste zone particolarmente vulnerabili, esponendo i cittadini a rischi maggiori in termini di salute. L’intervento della Regione Piemonte, quindi, non solo mira a colmare queste lacune ma rappresenta anche un importante passo avanti verso una sanità più equa e accessibile a tutti i livelli.
La distribuzione dei nuovi medici: un piano strategico
La scelta delle località che beneficeranno dell’arrivo dei nuovi medici di base non è casuale ma segue un’attenta valutazione delle necessità sanitarie del territorio. Alessandria e le sue zone limitrofe, ad esempio, rappresentano aree chiave dove la domanda di assistenza medica è particolarmente elevata. Il rafforzamento dei servizi in queste località mira a garantire una copertura sanitaria più capillare, riducendo i tempi di attesa per i pazienti e migliorando la qualità delle cure offerte.
L’assegnazione dei medici fa parte di un piano più ampio di potenziamento della rete sanitaria regionale, che prevede anche il rafforzamento delle strutture esistenti e l’introduzione di nuovi servizi. L’obiettivo è quello di creare un sistema sanitario più resiliente e in grado di rispondere in modo efficace alle esigenze dei cittadini, in un contesto di crescente difficoltà legate all’invecchiamento della popolazione e alla distribuzione geografica delle comunità.
Il contributo di questi diciotto nuovi medici di base rappresenta dunque un tassello fondamentale nella strategia di miglioramento della sanità piemontese. Con l’impegno congiunto delle autorità locali e regionali, si apre una nuova fase di speranza per i cittadini, che potranno beneficiare di un accesso alle cure più tempestivo e di un’assistenza sanitaria di maggior qualità.