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Il potere occculto e il voto di scambio: lo scandalo delle elezioni amministrative 2021
Nelle maglie della giustizia, emerge un caso di voto di scambio che scuote le fondamenta della politica locale torinese, senza connotazioni mafiose ma non per questo meno inquietante. Al centro dell’attenzione, troviamo Salvatore Gallo, ex dirigente di Sitaf e figura di spicco nel panorama politico, con un passato nel Psi e poi nel Pd. Il suo nome appare prepotentemente nell’inchiesta "Echidna" della Procura di Torino, incentrata sugli appalti dell’A32 Torino-Bardonecchia e sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Il modus operandi di Gallo, come emerso dalle indagini, si fondava su un sistema di promesse elettorali, dove il prezzo da pagare era il sostegno sotto forma di voti. "Se non mi trovi cinquanta voti ti tolgo il saluto", una frase emblematica intercettata durante le conversazioni di Gallo, getta luce su una pratica diffusa di corruzione elettorale. Queste parole non erano rivolte a vantaggio personale, ma a favore di candidati del Pd, allineati con l’associazione Idea-To di area socialista, che Gallo cercava di posizionare in consiglio comunale o nelle circoscrizioni.
Una politica clientelare al servizio del potere
Le indagini hanno rivelato una realtà amara: pacchetti di voti venivano scambiati per favori, posizioni lavorative, promozioni o nomine in enti e fondazioni, delineando un quadro chiaro di politica clientelare. Questa dinamica si inserisce in un contesto più ampio, dove il potere e l’influenza politica diventano moneta di scambio per benefici personali o di gruppo.
L’attivismo politico di Gallo, nonostante l’età avanzata, non conosceva sosta. La sua capacità di influenzare e orientare le scelte della pubblica amministrazione in cambio di voti è stata ampiamente documentata. Alle elezioni del 2021, il suo impegno ha portato alla vittoria di otto candidati fra consiglio comunale e circoscrizioni, consolidando così il suo ruolo di kingmaker all’ombra della Mole Antonelliana.
Le conseguenze di un sistema corrotto
Nonostante le vittorie, il sistema di favoritismi e clientelismo orchestrato da Gallo ha incontrato ostacoli. L’attuale sindaco Lo Russo, optando per un approccio diverso, ha preferito affidarsi a figure ritenute più competenti per le nomine assessorili, escludendo il gruppo Idea-To dalla distribuzione di incarichi di rilievo. Questa scelta ha segnato una deviazione dal percorso tracciato da Gallo, che tuttavia ha trovato consolazione nella nomina di un suo stretto collaboratore a vicedirettore generale del Comune.
L’inchiesta "Echidna" non solo ha messo in luce i tentacoli della ‘ndrangheta negli appalti per la manutenzione dell’autostrada A32 ma ha anche svelato le pratiche di corruzione elettorale e clientelismo politico radicate nel sistema. Se da un lato Gallo sembra estraneo ai diretti rapporti con l’organizzazione criminale, dall’altro le sue azioni contribuiscono a disegnare un panorama in cui il potere politico e le ambizioni personali si intrecciano pericolosamente, mettendo a rischio la trasparenza e l’integrità delle istituzioni.
Il caso di Salvatore Gallo apre così una finestra su una realtà complessa, dove il confine tra il lecito e l’illegale si fa sempre più sottile, e dove le dinamiche di potere influenzano profondamente la vita politica e amministrativa, sollevando interrogativi sulla salute della democrazia e sulle misure necessarie per garantirne la salvaguardia.