Il processo ai familiari di Aboubakar Soumahoro: fondi pubblici per fini personali
La giustizia si muove a Latina, dove i familiari di Aboubakar Soumahoro, deputato eletto tra le file di Verdi e Sinistra e successivamente passato al gruppo Mi sto, vengono chiamati a rispondere di accuse pesanti. Al centro del dibattito giudiziario, l’utilizzo improprio di fondi pubblici destinati all’assistenza ai migranti, che sarebbero stati dirottati per l’acquisto di beni di lusso e proprietà all’estero.
Il giudice Giulia Paolini, del Tribunale di Latina, ha deciso il rinvio a giudizio per Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro, la suocera Marie Therese Mukamitsindo e due cognati, Michel Rukundo e Aline Mutesi. La posizione di un ulteriore cognato, Richard Mutangana, attualmente irreperibile in Etiopia, è stata temporaneamente accantonata. Le indagini della procura, guidate dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, hanno preso il via da una serie di denunce legate a irregolarità nella gestione dei fondi da parte della cooperativa Karibu.
Indagini e denunce: lo scandalo emerge
L’inchiesta è scaturita dalle testimonianze di lavoratori della cooperativa, i quali lamentavano mancati pagamenti e altre anomalie. La Guardia di Finanza, incaricata delle indagini, ha scoperto una rete di malagestione finanziaria che ha portato alla luce l’uso personale dei fondi. Il sindacato Uiltucs di Latina ha svolto un ruolo chiave nell’affrontare la questione, mettendo in moto una vertenza sindacale che ha contribuito a svelare l’entità dello scandalo. Il segretario Gianfranco Cartisano e il sindacalista Roberto Cartisano hanno offerto supporto legale ai lavoratori colpiti, presentando la Uiltucs come parte civile nel processo.
La vicenda ha avuto un forte impatto anche su Aboubakar Soumahoro, il quale, in un momento di profonda emozione, ha ammesso di non essere stato a conoscenza delle attività illecite, pur non esimendosi da responsabilità per la propria negligenza. Questa dichiarazione non ha fermato le indagini, che continuano alla ricerca di ulteriori responsabilità nella gestione e nell’erogazione dei fondi.
Le difese e le prospettive future
Di fronte alle accuse, le difese dei familiari di Soumahoro si sono attivate. Lorenzo Borrè, avvocato della moglie di Soumahoro, ha sollevato questioni tecniche riguardanti la legittimità delle nomine dirigenziali della sua assistita all’interno della cooperativa, mettendo in dubbio il riconoscimento del suo ruolo amministrativo. Questi argomenti, insieme alle prove a discarico, saranno esaminati nel corso del processo, con la speranza di dimostrare l’innocenza degli imputati.
La vicenda giudiziaria che coinvolge i familiari di Aboubakar Soumahoro si prospetta lunga e complessa, con implicazioni che vanno oltre il singolo caso, toccando temi di giustizia sociale e gestione delle risorse pubbliche. Il processo, che prenderà il via l’11 giugno, sarà seguito con grande attenzione, non solo per le sue ripercussioni legali ma anche per le sue implicazioni etiche e politiche nel delicato campo dell’accoglienza e dell’assistenza ai migranti.
Intanto, la comunità osserva con preoccupazione l’evolversi degli eventi, sperando in una giustizia capace di fare chiarezza su un caso che ha scosso l’opinione pubblica, evidenziando la necessità di un controllo più stringente sulle risorse destinate ai più vulnerabili. Il processo ai familiari di Soumahoro diventa così un punto di riflessione su come i fondi pubblici vengano effettivamente utilizzati e sulla trasparenza necessaria in ogni ambito della gestione dell’accoglienza.