L’avvio dell’esproprio per il Ponte sullo Stretto mette in allarme i residenti
La notizia dell’avvio del procedimento di esproprio per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha creato una ondata di preoccupazione tra gli abitanti delle aree interessate. A partire dal 3 aprile, giorno della pubblicazione ufficiale sul sito della Stretto di Messina spa, l’ambiente tra i residenti e i titolari di attività commerciali sulle sponde siciliana e calabrese è diventato incandescente. Le pagine dell’avviso, che superano le 1.500, elencano tutti coloro che dovranno lasciare le proprie abitazioni o attività per fare spazio ai lavori.
Alberto Anselmo, ristoratore a Torre Faro, una delle località maggiormente interessate dai futuri cantieri, esprime la sua preoccupazione: «Da ieri siamo in fermento». La sua attività, come molte altre, è inclusa nell’elenco degli espropri. «Siamo ristoratori da 40 anni e qui ci sono tutti i sacrifici della nostra vita», dichiara con amarezza Anselmo, sottolineando il forte impatto emotivo e finanziario che questa situazione comporta per la sua famiglia.
Compensazioni e preoccupazioni degli espropriati
Nonostante la Stretto di Messina spa abbia previsto un risarcimento complessivo di circa 100 milioni di euro per i cittadini interessati dagli espropri, le preoccupazioni rimangono alte. Secondo le stime, sono circa 450 le abitazioni tra Sicilia e Calabria a rischio demolizione. I cittadini coinvolti, a partire dall’8 aprile, avranno 60 giorni di tempo per presentare le proprie osservazioni in merito al procedimento.
Domenico Pizzone, proprietario di una casa vacanza nelle vicinanze del lago Pantano Piccolo, evidenzia un ulteriore problema: «A me non demoliranno l’immobile ma ridurranno il parcheggio». Pizzone sottolinea le difficoltà per coloro che, pur non essendo direttamente coinvolti negli espropri, subiranno comunque le conseguenze dei lavori, come rumori e polvere, per anni.
La mappa degli interventi e le incertezze dei residenti
La pubblicazione delle mappe dettagliate, che mostrano le aree interessate dai lavori in diversi colori, ha suscitato ulteriori domande tra i residenti. Alberto Anselmo, ad esempio, non riesce a comprendere la posizione della sua attività sulla mappa: «È segnata in bianco sulla mappa. Ci devono dire perché». Queste incertezze alimentano il clima di preoccupazione tra coloro che vedono minacciata la propria esistenza economica e personale da questo grande progetto infrastrutturale.
Torre Faro, una frazione di Messina situata in una zona turistica tra due laghi, rischia di essere una delle aree più impattate. La presenza di hotel, B&B e altre strutture ricettive rende la situazione particolarmente delicata. Gli imprenditori locali, come Anselmo e Pizzone, cercano di organizzarsi per affrontare al meglio le sfide che verranno, confrontandosi anche con i movimenti contrari alla costruzione del ponte.
Risarcimenti e confronti: la strada verso il Ponte sullo Stretto
La conferenza dei servizi, prevista per il 16 aprile, sarà un momento cruciale per definire ulteriormente i dettagli del progetto e i piani di compensazione per gli espropriati. La realizzazione del Ponte sullo Stretto rappresenta una delle opere infrastrutturali più significative e discusse degli ultimi decenni in Italia. Nonostante le promesse di risarcimento e i tentativi di dialogo, le preoccupazioni di residenti e titolari di attività rimangono vive, testimoniando la complessità sociale ed economica che accompagna i grandi progetti di sviluppo infrastrutturale.
La situazione rimane fluida, e le prossime settimane saranno decisive per comprendere meglio come la costruzione del ponte e i relativi lavori di esproprio impatteranno sulle comunità locali. Tra speranze di rilancio economico e timori di perdita, la storia del Ponte sullo Stretto continua a essere scritta giorno dopo giorno.