Appello degli scienziati per salvare il Servizio Sanitario Nazionale
Un gruppo di 14 eminenti scienziati italiani, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, ha lanciato un vibrante appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Nel loro appello, pubblicato recentemente, sollevano preoccupazioni sullo stato attuale del SSN, sottolineando come questo sia giunto a un punto di crisi critico. Al centro delle loro preoccupazioni vi sono l’arretramento di alcuni indicatori di salute, l’incremento delle diseguaglianze regionali e sociali, e le crescenti difficoltà di accesso ai percorsi di diagnosi e cura.
La crisi del SSN e le sue cause
Secondo gli scienziati, il SSN sta affrontando sfide senza precedenti, che minacciano il suo corretto funzionamento e la sua capacità di garantire l’accesso universale ai servizi sanitari. “Accade perché i costi dell’evoluzione tecnologica, i radicali mutamenti epidemiologici e demografici e le difficoltà della finanza pubblica hanno reso fortemente sottofinanziato il Ssn, al quale nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil (meno di vent’anni fa)”, spiegano gli autori dell’appello. Questa situazione ha portato a una riduzione dell’offerta pubblica in ambiti cruciali come le visite specialistiche, la diagnostica e la piccola chirurgia, costringendo i cittadini a rinviare gli interventi o a rivolgersi al settore privato.
La necessità di interventi urgenti
Gli scienziati sottolineano l’urgenza di intervenire per invertire questo trend negativo, proponendo un piano straordinario di finanziamento del SSN che preveda un adeguamento del finanziamento agli standard dei Paesi europei avanzati, destinando almeno l’8% del Pil alla sanità. Un punto focale del loro appello riguarda anche l’importanza di investire nelle risorse umane, valorizzando e tutelando il personale sanitario per affrontare la crescente carenza di infermieri e garantire la continuità assistenziale e la qualità delle cure.
La difesa dell’accesso universale alla salute
La difesa dell’accesso universale ai servizi sanitari è un principio fondamentale che gli scienziati intendono salvaguardare attraverso il loro appello. La spesa sanitaria in Italia, secondo loro, non è attualmente in grado di garantire il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), e l’autonomia differenziata rischia di ampliare il divario tra Nord e Sud d’Italia in termini di diritto alla salute. Da qui emerge la necessità di specifiche risorse destinate a rimuovere gli squilibri territoriali e a migliorare l’edilizia sanitaria, spesso obsoleta e inadeguata.
La valorizzazione degli operatori sanitari
Tra le misure urgenti proposte dagli scienziati, grande enfasi viene posta sulla valorizzazione degli operatori sanitari. “Nell’attuale scenario di crisi del sistema, e di fronte a cittadini/pazienti sempre più insoddisfatti, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile”, affermano. Pertanto, è fondamentale non solo adeguare le retribuzioni, ma anche garantire condizioni di lavoro sostenibili, tutelare gli operatori e valorizzarne il ruolo all’interno del sistema sanitario.
Investire nella prevenzione
Infine, l’appello mette in luce l’importanza di investire nella cultura della prevenzione, sia individuale che collettiva. Gli scienziati evidenziano la necessità di promuovere una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dalla medicina moderna, ma anche dei suoi limiti. Questo approccio strategico alla prevenzione è visto come un pilastro fondamentale per garantire la sostenibilità del SSN nel lungo termine, contribuendo a ridurre la pressione sui servizi sanitari e a migliorare la salute e il benessere della popolazione.
L’appello lanciato da queste autorevoli voci della scienza italiana rappresenta un grido d’allarme che non può essere ignorato. La loro analisi evidenzia non solo le criticità del momento, ma offre anche soluzioni concrete per rafforzare e rinnovare il Servizio Sanitario Nazionale, con l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini l’accesso a cure di qualità e a preservare i principi di equità e universalità che sono alla base del sistema sanitario italiano.