Una Rivoluzione Linguistica a Trento
Il nuovo regolamento dell’Università di Trento, approvato dal Consiglio di amministrazione, si distingue per una scelta audace: l’uso esclusivo del femminile per indicare cariche e ruoli all’interno dell’università, indipendentemente dal genere della persona che li ricopre. Così, termini come “rettrice”, “decana” e “segretaria” vengono utilizzati per descrivere posizioni che tradizionalmente avrebbero richiesto una distinzione basata sul genere del titolare. Questa decisione ha trasformato le quasi cinquanta pagine del documento in un simbolo di cambiamento, dove il femminile diventa la norma, piuttosto che l’eccezione.
Un Documento di Rottura
Il regolamento rappresenta un’innovazione significativa non solo per l’Università di Trento ma anche rispetto al panorama accademico italiano in generale. Tradizionalmente, il linguaggio ufficiale tende a riflettere e perpetuare le strutture di potere esistenti, inclusi gli squilibri di genere. La decisione di adottare un linguaggio che privilegia il femminile vuole essere un invito a riflettere su come queste dinamiche si manifestino anche attraverso le parole che scegliamo di usare.
Verso un Futuro Inclusivo
L’introduzione di questo regolamento si inserisce in un contesto più ampio di impegno dell’Università di Trento verso l’inclusività e il rispetto delle differenze. Già nel 2017, l’ateneo aveva adottato un vademecum sul linguaggio rispettoso delle differenze, segnando l’inizio di un percorso volto a rendere l’ambiente universitario più accogliente e rappresentativo di tutta la sua comunità.
Le reazioni alla pubblicazione del documento sono state miste, tra chi vede in questa scelta un passo necessario verso una maggiore equità di genere e chi teme possa creare confusione o essere interpretata come una forma di discriminazione inversa. Ciò nonostante, l’Università di Trento si posiziona come un laboratorio vivente di politiche linguistiche, offrendo un modello che potrebbe ispirare altre istituzioni a riflettere sul proprio uso del linguaggio e sull’impatto che questo ha sulla percezione di genere.
In conclusione, il nuovo regolamento dell’Università di Trento segna un momento di svolta nel dibattito italiano sul linguaggio inclusivo. Con questa mossa audace, l’ateneo non solo sfida le convenzioni linguistiche ma invita l’intera comunità accademica e la società a riflettere sull’importanza delle parole come strumenti di inclusione o esclusione. Questa decisione, sebbene possa sembrare simbolica, pone le basi per una trasformazione più profonda nella cultura istituzionale, promuovendo un ambiente più accogliente e rappresentativo per tutti i suoi membri.