La lotta di un padre per la libertà della figlia: il caso di Ilaria Salis
La battaglia di Roberto Salis per liberare la figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno in Ungheria, continua senza sosta. Il suo appello al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, sottolinea una situazione di stallo che vede al centro non solo la giustizia ungherese, ma anche l’azione del governo italiano, chiamato a intervenire in una vicenda che trascende il singolo caso per toccare i principi fondamentali della Costituzione.
Un appello al Capo dello Stato e le critiche al Ministro della Giustizia
Il gesto di Roberto Salis, inviare una PEC a Mattarella, riflette la disperazione di un padre di fronte all’immobilità delle istituzioni. La richiesta di Salis è chiara: invocare l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione per smuovere sia il governo di Viktor Orban in Ungheria che il governo italiano. La risposta di Mattarella, attesa con speranza, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella vicenda.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato particolarmente criticato da Salis per la sua mancanza di azione e sostegno. La speranza di una telefonata, un gesto di vicinanza, si è trasformata in delusione, mettendo in luce un senso di abbandono da parte delle autorità italiane nei confronti di Ilaria e della sua famiglia.
Le speranze di libertà si infrangono
Nonostante la situazione appaia stagnante, Roberto Salis non ha perso la speranza di vedere la figlia libera. La decisione del giudice ungherese di negare gli arresti domiciliari a Ilaria, presentata in aula con catene a mani e piedi, non ha fatto altro che rafforzare la determinazione del padre. Tuttavia, la consapevolezza che l’Ungheria possa non aderire ai principi di stato di diritto rende il percorso verso la giustizia estremamente arduo.
Un raggio di speranza dal caso Marchesi
Il recente rilascio di Gabriele Marchesi, imputato per gli stessi reati di Ilaria ma arrestato in Italia, ha introdotto un barlume di speranza nella vicenda. La decisione del tribunale di Milano di annullare il mandato d’arresto europeo richiesto da Budapest per Marchesi potrebbe rappresentare un precedente importante. La soddisfazione espressa da Ilaria per la giustizia fatta a favore di Marchesi evidenzia il suo spirito di solidarietà, nonostante la sua situazione rimanga critica.
Ilaria Salis, con la sua forza e il suo coraggio, è diventata un simbolo di resistenza contro le ingiustizie. La sua battaglia, sostenuta incondizionatamente dal padre, mette in luce le difficoltà di navigare in un sistema giuridico internazionale complesso e spesso ostile. La famiglia Salis, unita nella lotta per la verità e la giustizia, continua a sperare in un intervento decisivo che possa riportare Ilaria a casa, libera.