La ragnatela intorno a Regeni: il processo agli imputati egiziani
Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano brutalmente ucciso in Egitto, ha visto intrecciarsi intorno a sé una complessa rete di inganni e violenze. Secondo il procuratore aggiunto di Roma, Sergio Colaiocco, il processo a carico dei quattro agenti egiziani accusati del sequestro, tortura e omicidio di Regeni rivela dettagli scioccanti. Colaiocco ha sottolineato come la ragnatela intorno a Regeni si sia stretta pian piano, con azioni come l’acquisizione del suo passaporto, perquisizioni segrete, pedinamenti e controllo tramite “amicizie” spiate. Questo processo richiede una collaborazione essenziale delle autorità egiziane per ascoltare i 27 testimoni che vivono in Egitto, una tappa fondamentale per la verità.
Le testimonianze e le accuse nel processo
Le prove presentate includono testimonianze cruciali, tra cui quella che suggerisce che gli imputati abbiano erroneamente identificato Regeni come una spia inglese legata ai Fratelli musulmani. Nell’elenco dei testimoni figurano personalità di spicco come il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’ex premier italiano Matteo Renzi e l’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Questi nomi di alto profilo evidenziano l’importanza e la complessità di questo caso che ha generato risonanza internazionale.
Il processo si concentra anche sulle violenze subite da Regeni, descritte come una “violazione fisica brutale e gratuita” che ha causato sofferenze estreme e tormento, portando infine alla sua morte. I giudici hanno respinto le difese degli accusati, sottolineando le prove di lesioni fisiche gravi e torture inflitte all’italiano. Le modalità del sequestro e delle torture sono state descritte come riconducibili a pratiche punitive e intimidatorie, secondo l’ordinanza emessa dalla Prima Corte d’Assise di Roma.
I dieci elementi decisivi e la presenza dei genitori di Regeni in tribunale
La Procura di Roma ha identificato dieci elementi probatori chiave nel processo contro i quattro agenti egiziani coinvolti nell’omicidio di Giulio Regeni. Questi elementi sono stati definiti “decisivi” e rappresentano le basi sulla quale si fonda l’accusa. Tra di essi figurano i video della fermata della metro del Cairo dove Regeni fu prelevato, il computer del ricercatore che ha fornito informazioni cruciali sul movente e i tabulati telefonici che hanno gettato luce sui contatti dell’italiano.
La presenza costante e determinata dei genitori di Giulio Regeni in tribunale testimonia la loro ricerca di verità e giustizia per il figlio. Claudio e Paola Regeni hanno espresso la loro determinazione ad essere presenti nel processo, nonostante il dolore e le difficoltà. La solidarietà dimostrata da vari settori, inclusa la Fnsi, mostra un sostegno diffuso per la causa della giustizia nel caso di Regeni, simbolo di un’ingiustizia che deve essere risolta.