Generale Vannacci: un Conformista Anticonformista
Caro Pedalino, Vannacci è un conformista che è riuscito a passare da anticonformista. Ma proprio questo spiega il suo successo (forse, prossimamente, anche elettorale) presso gli italiani di destra. Sono auto-convinti di essere una minoranza perseguitata ed emarginata, e da questo “pensiero eroico” traggono grande giovamento e autostima. Vuole mettere la soddisfazione di sentirsi dei ribelli, piuttosto che dei portatori di luoghi comuni? Sono anche convinti che abbia sempre governato la sinistra, un falso storico clamoroso eppure molto diffuso in quell’elettorato. Governano, decidono, occupano posti con un vigore che ha ben poco a che fare con il famoso spoil-system, e molto con la voracità del potere.
Il Caso Navalny: Coraggio e Coerenza
Gentile Serra, ho letto e condiviso in pieno la sua Amaca del 2 marzo sul caso Navalny. Anche io, alcune sere fa, sono rimasta senza parole ascoltando quelle di un giornalista dal sorriso sprezzante, molto noto e molto amato da alcuni e, soprattutto, alcune(non da me), il quale affermava che il dissidente russo era un fervido nazionalista e aveva incitato all’odio razziale. Sempre l’amato sorridente lamentava che ci sono molti oppositori nelle carceri europee per i quali i giornaloni non hanno speso una parola, e che per Assange nessuno si muove. Non ho un’idea chiara su Assange e neanche sulle idee di Navalny. Ritengo però che non sia la stessa cosa sottoporre una persona a un processo e sbattere qualcuno in un gulag artico. Di Navalny ammiro il coraggio incondizionato, la coerenza, la difesa delle proprie idee anche di fronte alla consapevolezza di ciò che lo attendeva.
Una Lotta tra Libertà e Autocrazia
È vero, Navalny ha una genesi politica perlomeno discutibile. Ma la sua sorte, insieme a quella di tutti (tutti!) gli oppositori di Putin taglia la testa al toro. Ogni paragone, anche vago, tra i torti delle democrazie e quelli dell’autocrazia putiniana è semplicemente insensato (neanche fazioso: insensato). E Assange, comunque un unicum, è un sassolino messo sul piatto della bilancia mentre su quell’altro piatto c’è un macigno. Ho stima di chi dichiara apertamente di considerare false e ipocrite le libertà occidentali, al punto di preferire qualunque tipo di autocrazia. Espone con sincerità e coerenza il pensiero dei grandi reazionari, che onorano la Tradizione (Dio, Patria, Famiglia) e detestano la modernità. Ma non mi piace chi gioca a quel tavolo senza dire, piatto piatto, da che parte sta. Chi sta con Putin sta con il patriarca Cirillo, con l’intolleranza religiosa, con la Nazione e contro il cosmopolitismo, con la famiglia patriarcale e contro la libertà sessuale. Lo dica, aiuterà tutti a chiarire i termini del dibattito. Sulla modernità e la democrazia ho più dubbi che certezze; su Putin, invece, ho solo certezze. È un dittatore salito al potere con i favori dei più grandi ladri della storia moderna, gli oligarchi.
Gentile Serra, ho ottant’anni, la seguo dai tempi di Tango e poi su Cuore e Repubblica. Oggi tra le innumerevoli fandonie divulgate su Google ho ricevuto il pezzo che le allego. Mi permetto di chiedere, a difesa della sua onorabilità e della serietà di Repubblica, di esprimere un commento che “sputtani” questi imbroglioni, arrivando anche a denunciarli alla magistratura per diffamazione. Mi scuso se questo mio appello possa apparire esagitato, ma non tollero che le persone e le strutture su cui ho fondato la mia fiducia vengano diffamate da ignobili speculatori che restino impuniti. Gentile Restovin, intanto grazie per la sua indignazione, che è anche la mia. Nel “finto articolo” che lei mi segnala si dice che sono stato arrestato dai carabinieri per impedirmi di divulgare non so quale suggerimento di proficui investimenti. Analoga sorte è toccata a Fabio Fazio, Concita De Gregorio e diverse altre persone pubbliche usate come richiamo per gli sprovveduti. Si tratta di pubblicità mascherate in forma di “cronaca”. Gli autori (misteriosi) della truffa sono già stati denunciati da me e anche da Gedi, perché la fake è camuffata da notizia di Repubblica. Il problema vero è la straordinaria facilità con la quale queste porcherie, contenute nelle “lenzuolate” pubblicitarie che appaiono nell’edizione on line dei giornali, vengono veicolate senza alcun filtro. Anche dopo la denuncia, quella fake e altre simili sono regolarmente ricomparse sul sito di Repubblica e su altre piattaforme. In sintesi: il web è un colabrodo. E il paradiso degli imbroglioni.