Il M5S a Napoli per presentare il reddito di cittadinanza regionale
Il Movimento 5 Stelle si è fatto avanti a Napoli per introdurre una proposta che potrebbe rivoluzionare il concetto di sostegno economico a livello regionale. L’ex premier Giuseppe Conte ha affermato: “Il governo Meloni non ha contezza dei problemi del paese e invece di combattere la povertà fa la guerra ai poveri.” Queste parole sono state pronunciate in risposta alla proposta della Lega, che ha cancellato il reddito di cittadinanza a livello nazionale. Il M5S, quindi, si sta muovendo per reintrodurre questa misura a livello regionale, partendo dalla Campania.
Giuseppe Conte ha dichiarato che la proposta, avanzata dai consiglieri pentastellati campani Saiello, Cammarano e Ciampi, non si limiterà alla sola regione campana ma sarà estesa ad altre aree del paese. Questo movimento è motivato dalla necessità di fornire sostegno a migliaia di famiglie che si sono trovate senza alcun aiuto a causa delle politiche del governo attuale. La proposta prevede l’utilizzo di fondi regionali per sostenere circa 96 mila famiglie, ma si rende necessaria una collaborazione con il governatore De Luca per garantire ulteriori finanziamenti.
La proposta per il reddito di cittadinanza regionale
La proposta di legge presentata dai consiglieri regionali del M5S prevede un approccio articolato in tre step distinti. Il primo step consiste in un “punto d’accesso” che offrirà consulenza e orientamento preliminare ai potenziali beneficiari. Una delle principali differenze con le politiche del governo attuale riguarda l’innalzamento della soglia ISEE, che nel progetto pentastellato arriva fino a 9360 euro, consentendo a un maggior numero di nuclei familiari di accedere al sostegno.
Gli aspetti innovativi della proposta includono la non esclusione delle persone con una casa di valore fino a 150 mila euro e l’implementazione di una fase assistenziale della durata massima di un anno, durante la quale ogni individuo riceverebbe un sostegno di 400 euro al mese. Successivamente, scatterebbe la “fase di inclusione attiva”, volta ad inserire le persone nel mondo del lavoro, coinvolgendo le imprese locali per favorire l’occupazione e l’inserimento sociale dei beneficiari del reddito di cittadinanza regionale.