La Lega abbandona il terzo mandato: frattura nella maggioranza
Stop alla Lega sul terzo mandato, un cambiamento di rotta che ha diviso la maggioranza dopo un periodo di incertezza. Inizialmente, la Lega aveva manifestato l’intenzione di portare avanti la proposta del terzo mandato, nonostante le prime resistenze emerse durante l’esame del decreto elezioni in commissione. Il relatore Alberto Balboni di FdI si era espresso contrariamente, ma il governo ha evitato un parere negativo, lasciando la decisione all’Aula di Palazzo Madama. Tuttavia, la Lega ha ricevuto solo il sostegno di Italia viva, mentre FdI, FI, Pd, M5s e Avs si sono opposti, con la Svp che ha scelto l’astensione.
La proposta leghista sul ballottaggio dei sindaci ha sollevato ulteriori contrasti, soprattutto da parte di FdI e FI. L’idea di eleggere i sindaci al primo turno con il 40% dei voti in Comuni sopra i 15mila abitanti è stata definita ‘un blitz a tre mesi dal voto’ dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che ha stroncato la proposta definendola uno ‘sfregio alle più basilari regole democratiche’. La proposta è stata respinta anche dall’Anci, segnalando una netta divisione all’interno della maggioranza su questioni cruciali legate alla governance municipale.
La Lega non demorde: la strategia del partito
Dalla Lega arriva un segnale chiaro: la partita sul terzo mandato non è ancora chiusa. Nonostante la bocciatura in commissione, il partito si prepara a tornare all’attacco al prossimo provvedimento disponibile. La scelta di insistere sul terzo mandato è vista come un atto di coerenza e non come un attacco diretto al governo attuale. I leghisti si mostrano fiduciosi che, in futuro, gli alleati possano cambiare idea e trovare un compromesso accettabile per tutte le parti coinvolte.
Dopo il Consiglio dei ministri, la leader di FdI, Meloni, ha tenuto una riunione con esponenti chiave del partito e figure istituzionali rilevanti. Si è discusso ampiamente di varie questioni, compresa la separazione delle carriere dei magistrati e la riforma del Csm. Questo incontro segna un’accelerazione nelle richieste di riforme all’interno della maggioranza e un chiaro segnale di determinazione da parte di Meloni nel perseguire gli obiettivi prefissati.