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Fisco: La Strada Verso la Flat Tax per Sostenere il Ceto Medio
Una riforma fiscale improntata sul principio di «umanità» sia nelle pretese che nel sistema sanzionatorio non può non compiersi con un abbassamento del peso della tassazione sul Pil. Questo è il messaggio chiaro che è stato lanciato sia dal premier Giorgia Meloni che dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo. Questo segnerebbe un cambiamento significativo nella politica fiscale italiana, con un focus specifico sull’aiuto al ceto medio, che si trova in una posizione di svantaggio fiscale.
Ed è proprio Maurizio Leo a sottolineare la necessità di prendersi cura del ceto medio, affermando che «chi guadagna 55mila euro non può essere considerato super ricco e questi soggetti oggi pagano oltre 50% di tasse». Questo evidenzia una disparità nel sistema fiscale italiano che il governo intende affrontare. L’obiettivo principale è quello di aiutare i contribuenti che attualmente non beneficiano dei tagli fiscali e che si trovano in una fascia di reddito che li penalizza. La proposta di estendere i benefici fiscali fino a 55mila euro potrebbe portare a un sollievo significativo per coloro che si trovano in questa fascia di reddito medio.
La Sfida delle Risorse: Trovare Fondi per la Riforma Fiscale
Nella fascia di reddito tra 35-55mila euro si trova una vasta parte dei contribuenti italiani, con circa 2,5 milioni di persone che hanno versato circa 38 miliardi di Irpef nel 2022. Ridurre l’aliquota del 43% di un solo punto in questa fascia di reddito avrebbe un impatto significativo sulle entrate fiscali, ma potrebbe non essere sufficiente a fornire un sollievo significativo ai contribuenti. Estendere i benefici fiscali fino a 55mila euro potrebbe essere la soluzione per avvicinarsi a un regime di flat tax, con un’imposta media del 30% fino a quella soglia di reddito.
Il principale ostacolo per attuare questa riforma fiscale è rappresentato dalle risorse necessarie. La riforma del 2023 comporta un costo di 16 miliardi, mentre al momento sono disponibili solo 3,5 miliardi derivanti dalla soppressione dell’Aiuto alla crescita economica. Per coprire la differenza, si stanno valutando diverse opzioni, tra cui il concordato preventivo biennale e l’attività di recupero del tax gap. Maurizio Leo ha stimato che il tax gap si aggiri tra gli 80 e i 100 miliardi, e recuperare anche una piccola parte di questa cifra potrebbe contribuire significativamente alla copertura dei costi della riforma fiscale.