![La Tragica Storia di Jordan Jeffrey Baby e la Lettera di Addio di Fabrizio Corona 1 20240314 153152 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240314-153152-1.webp)
La Tragica Storia di Jordan Jeffrey Baby e la Lettera di Addio di Fabrizio Corona
Fabrizio Corona ha recentemente pubblicato su Instagram una toccante lettera d’addio indirizzata alla madre di Jordan Jeffrey Baby, il trapper trovato senza vita nel carcere di Pavia. Nella commovente lettera, Corona scrive: ‘Se starai leggendo questa lettera è perché dopo l’ennesimo tentativo di riabbracciarti e trascorrere con te tutto il tempo perso in questi anni, che fin dal primo giorno in cui sono entrato dentro le mura dell’inferno, ho avvertito una voglia matta di recuperare.’
Corona continua esprimendo il suo dolore e la sua lotta contro la depressione, confessando: ‘Ho ceduto e ho perso la mia più grande battaglia: quella contro la depressione, che mi affligge da mesi ormai.’ Con lacrime e sincerità, chiede scusa alla madre di Jordan Jeffrey Baby per non essere stato il figlio perfetto e per il dolore arrecato nel corso degli anni. La lettera si conclude con un sentito: ‘Voglio che tu sappia che, anche senza avertelo mai esternato, sei la persona che più ho amato in questa breve ma intensa vita.’
Il Drammatico Suicidio di Jordan Jeffrey Baby e le Sue Ulteriori Vicissitudini
Jordan Jeffrey Baby, trapper di giovane età, si è suicidato nella sua cella al carcere di Torre del Gallo a Pavia, dove stava scontando una pena di 4 anni e 4 mesi. Questo evento tragico ha sconvolto il pubblico e ha sollevato interrogativi sulla salute mentale e il sostegno nelle istituzioni carcerarie. La sua morte prematura ha gettato luce su tematiche delicate come la depressione e il supporto psicologico in ambiente penitenziario.
Nel mese di aprile del 2023, Jordan Jeffrey Baby era stato condannato per rapina aggravata dall’odio razziale ai danni di un operaio nigeriano di 42 anni, avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate, Monza e Brianza. Insieme a lui c’era il trapper romano Traffik, anch’egli condannato a cinque anni e quattro mesi, dopo aver rivolto frasi razziste e minacce durante l’aggressione. Questo episodio ha evidenziato la gravità delle discriminazioni razziali e l’importanza della lotta contro l’odio e la violenza verbale.