Omicidio a Napoli: Vendetta dietro la morte dell’ingegnere
Omicidio a Napoli: la città partenopea si sveglia sotto il segno di una tragica vicenda che ha sconvolto l’opinione pubblica. L’ingegnere Coppola è stato ucciso con un colpo di pistola in faccia, gettando luce su un possibile movente legato alla vendetta. Coppola, figura nota nel campo immobiliare, aveva alle spalle una carriera professionale segnata da collaborazioni con istituzioni e inchieste giudiziarie.
Una vita segnata dalla corruzione e dalla protezione
In passato, Coppola era stato coinvolto in un’indagine per corruzione, decidendo poi di collaborare con le autorità. Le sue rivelazioni hanno portato all’apertura di inchieste sui clan locali, tanto che la Procura ha deciso di garantirgli una misura di protezione. Questo trattamento lo ha collocato nel sistema centrale di protezione del Ministero, riservato ai pentiti di mafia per motivi di sicurezza. Dopo un periodo sotto protezione, era tornato a vivere a Napoli, ma lontano dalle zone legate al clan Mazzarella, noto per la sua presenza nella periferia orientale della città.
Martedì notte, la vita di Coppola è stata spezzata in modo crudele: un’aggressione che ha segnato la fine di ogni possibile riscatto e progetto di vita borghese. L’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli si preannuncia complessa, con il probabile riesame dei verbali datati quindici anni fa, quando Coppola aveva reso dichiarazioni cruciali al pm Woodcock. La pista della vendetta sembra la più plausibile, considerando il passato dell’ingegnere e i legami con le indagini su gruppi criminali locali.