“In Italia più facile abortire che partorire”
Secondo la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, in Italia è più complicato trovare un luogo dove dare alla luce piuttosto che ricorrere all’aborto. Durante un convegno a Roma, ha evidenziato che il problema va oltre l’interruzione di gravidanza e coinvolge anche la questione del parto. Roccella ha sottolineato che l’applicazione della legge sull’aborto (legge 194) è principalmente di competenza delle Regioni, come indicato nella Relazione annuale delle Regioni al Parlamento.
La situazione delle Regioni e l’accesso all’aborto
La ministra ha enfatizzato che la Relazione annuale delle Regioni fornisce dati dettagliati e affidabili sull’attuazione della legge sull’aborto. Roccella ha chiarito che l’accesso all’aborto è garantito e che non ci sono controversie significative in merito. Inoltre, ha evidenziato che il carico di lavoro per coloro che eseguono l’interruzione volontaria di gravidanza è relativamente basso, con meno dell’1% di casi che richiedono intervento settimanale.
Il problema demografico e le misure adottate
Considerando l’ampiezza del problema demografico italiano, Roccella ha sottolineato che interventi governativi come quelli attuati dal governo Meloni, come l’aumento dei posti di lavoro e delle politiche a sostegno delle famiglie, sono cruciali ma non sufficienti da soli. È necessaria una collaborazione ampia con aziende, enti locali, sindacati e organizzazioni non profit per affrontare efficacemente la questione della natalità.
Inoltre, ha lodato l’impegno di Farmindustria nella promozione della conciliazione tra lavoro e vita privata, evidenziando l’importanza della collaborazione con il settore produttivo per affrontare sfide cruciali come l’invecchiamento della popolazione. La ministra ha sottolineato l’adesione di Farmindustria al codice deontologico e le iniziative volte a favorire la natalità, come la certificazione di genere e il supporto alle politiche familiari.