Sparatoria a Frosinone
, sabato sera, ha scosso la quiete di via Aldo Moro, con esiti tragici che hanno portato alla perdita della vita del giovane Kasemi Kasmi, colpito da proiettili sparati da Michea Zaka. Le tensioni tra le famiglie coinvolte si sono acuite, generando timori di vendette e ritorsioni. Secondo quanto emerso, l’episodio ha radici in una presunta gelosia legata a una donna, versione contestata dalle autorità che privilegiano ipotesi legate al mondo della droga e della prostituzione.
La questura di Frosinone è in allerta massima per prevenire eventuali reazioni a catena legate alla sparatoria. Le misure di sicurezza sono state intensificate per evitare ulteriori episodi di violenza tra i coinvolti e le rispettive cerchie di appartenenza. Il questore Domenico Condello ha ordinato controlli serrati per garantire la tranquillità della zona e prevenire possibili vendette legate all’incidente.
Ricerche dell’arma del delitto e indagini in corso
Polizia e Vigili del Fuoco sono attualmente impegnati nella ricerca dell’arma utilizzata nella sparatoria, un’arma calibro 22 dalla quale sono stati esplosi sette colpi. Michea Zaka ha ammesso di essersi sbarazzato dell’arma gettandola vicino al ponte sul fiume Cosa di via Verdi. Gli investigatori hanno individuato il luogo in cui l’arma è stata occultata, in un’area tra i rovi simile a una discarica di lattine vuote. Le operazioni di ricerca sono state condotte con l’ausilio di metal detector e cani addestrati.
La Procura ha pianificato per domani l’incarico per l’autopsia sul corpo di Kasemi Kasmi e l’estrazione della copia forense dei cellulari sequestrati a Zaka e ai suoi conoscenti presenti sul luogo della sparatoria. Il medico legale e il perito incaricati svolgeranno un ruolo cruciale nell’indagine per ricostruire la dinamica dell’omicidio e acquisire elementi utili alla risoluzione del caso.
L’interrogatorio di garanzia di Michea Zaka è in corso, con la sua difesa curata dall’avvocato Marco Maietta. Zaka ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, complicando ulteriormente il quadro investigativo. La tensione rimane palpabile a Frosinone, dove l’eco della sparatoria continua a destare preoccupazione e timori di una possibile escalation di violenza tra le famiglie coinvolte.