Tragedia nel carcere di Pavia: la morte del trapper Jordan Jeffrey Baby
Jordan Jeffrey Baby, noto trapper di 27 anni originario di Bernareggio, è stato trovato senza vita nella sua cella nel carcere di Pavia. La scoperta è avvenuta quando il giovane è stato individuato con una corda al collo. Questo tragico evento è avvenuto poco dopo che il giudice aveva revocato la sua misura di affidamento terapeutico, decidendo di rimandarlo nella stessa struttura penitenziaria. Jordan era stato condannato a quattro anni e quattro mesi per rapina, con l’aggravante dell’odio razziale, insieme a Gianmarco Fagà, altro nome noto della scena trap come Traffik.
Un passato segnato da controversie e problemi legali
Il trapper aveva già tentato il suicidio due volte nel gennaio del 2023 utilizzando lo stesso metodo. In passato, aveva affrontato varie vicissitudini con la giustizia, a partire da un episodio del 2019 in cui aveva attaccato una macchina dei carabinieri, suscitando l’indignazione di figure pubbliche come Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Nel 2020, venne trovato in possesso di droga e coinvolto in un video scandaloso pubblicato sui social che lo mise ulteriormente nei guai. La sua carriera musicale, seppur con alcuni successi su piattaforme digitali come Spotify, era stata oscurata da una serie di comportamenti controversi e problemi personali. Jordan Jeffrey Baby, nella lettera d’addio ritrovata accanto a lui dopo il primo tentativo di suicidio, ha manifestato il suo dolore interiore e la lotta contro la depressione che lo ha tormentato per mesi. Il suo caso è emblematico di una giovane promessa della musica e della cultura urbana che si è trovata intrappolata in una spirale negativa di eventi e scelte sbagliate. La sua morte lascia un vuoto nel panorama musicale e mette in luce, una volta di più, i rischi e le conseguenze delle pressioni sociali e della vita pubblica sulla salute mentale dei giovani artisti.