La realtà politica dell’Abruzzo: astensionismo e scarsa rappresentanza
Altro che campo largo o coeso: in Abruzzo vincono astensionismo e scarsa rappresentanza – Il Fatto Quotidiano riporta un dato allarmante: solo il 52,2% degli aventi diritto si è recato alle urne, un tasso ancora inferiore al 53% registrato nel 2019. Mentre i partiti si dividono tra campo largo e coeso, è l’astensionismo a emergere come vincitore indiscusso in questa regione. Questa situazione solleva interrogativi sulla effettiva rappresentatività delle scelte politiche in Abruzzo.
Il caso della ferrovia Roma-Pescara e il gioco delle priorità politiche
Il governo Meloni ha recentemente annunciato fondi per i lavori sulla ferrovia Roma-Pescara, una decisione che ha destato polemiche. Tuttavia, pare che questa realizzazione fosse già stata pianificata e finanziata dal Pnrr in passato. Strane rimodulazioni del 2023 avevano bloccato l’opera, per poi vederla risorgere come priorità immediata a pochi giorni dalle elezioni. Questo gioco delle priorità solleva interrogativi sulle effettive necessità della popolazione abruzzese.
La difficile ricostruzione post-terremoto e la scarsa rappresentanza femminile
A quasi 15 anni dal terremoto dell’Aquila del 2009, la vita nella città rimane un cantiere aperto con servizi carenti, illuminazione pubblica precaria e una presenza consistente di alloggi vuoti. Il disagio si traduce in un aumento del consumo di droghe e microcriminalità, mentre il fondo destinato alle imprese dei territori colpiti dai terremoti è stato largamente sottoutilizzato. La scarsa rappresentanza femminile si riflette anche nel Consiglio Regionale dell’Abruzzo, dove solo tre donne su trenta sono state elette, un dato in diminuzione rispetto alle elezioni precedenti. La situazione non è migliore in Basilicata, con solo il 9,5% del Consiglio Regionale composto da donne.
La questione della rappresentanza politica femminile e dei fuori sede
In un momento in cui si discute di leadership femminile vs leadership femminista, emerge una realtà preoccupante: le istituzioni politiche fondamentali non riflettono la diversità di genere della popolazione italiana. Nonostante la Legge n. 165 del 2004 promuova le pari opportunità nella politica, le donne restano sottorappresentate nei ruoli decisionali. Mancanza di sostegno, difficoltà nel conciliare vita lavorativa e politica, e mancanza di spazi per le donne attive in altri settori sono solo alcune delle sfide che ostacolano la presenza femminile in politica.
Il voto fuori sede e l’inaccessibilità alla partecipazione politica
La questione dei fuori sede riguarda circa 5 milioni di persone in Italia, spesso giovani provenienti dalle regioni del Sud in cerca di opportunità di studio e lavoro altrove. L’emendamento proposto per il voto fuori sede, sebbene positivo, copre solo le elezioni europee e non risolve le problematiche legate al voto per altre consultazioni. In Abruzzo, migliaia di persone temporaneamente residenti altrove hanno perso l’opportunità di votare, evidenziando le sfide dell’accessibilità alla partecipazione politica per diverse categorie di cittadini.
Un nuovo approccio alla rappresentanza politica con Volt
Volt, come risposta a queste criticità, si impegna per un cambio di paradigma nella rappresentanza politica. Attraverso campagne come #4su10 e iniziative come ‘Io voto fuori sede’, il partito si batte per coinvolgere un numero maggiore di cittadini nel processo decisionale. Volt promuove una leadership politica femminile e la parità di genere nei ruoli decisionali, cercando di dare voce alle donne attive in vari settori. La politica del futuro, per Volt, deve basarsi sulla fiducia e sull’autorevolezza, recuperando quei cittadini disillusi che hanno smesso di credere nei partiti tradizionali.