La montagna e i suoi pericoli
In montagna si continua a morire. Cinque alpinisti hanno perso la vita a Zermatt, sulle Alpi svizzere, mentre si preparavano per una gara di scialpinismo. Un altro scialpinista è stato vittima di una slavina nell’entroterra di Imperia. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, sottolinea l’importanza della prudenza in queste situazioni: ‘Andare a 1.800 metri con un’allerta arancione per valanghe sarebbe da evitare.’
Una prospettiva esperta sulla sicurezza in montagna
Ezio Marlier, capo Guide Alpine della Valle d’Aosta, sottolinea che sulla neve non esiste il rischio zero. Non tutti i frequentatori della montagna sono imprudenti, ma l’aumento del turismo post-Covid ha portato una varietà di esperienze e livelli di preparazione. Marlier evidenzia l’importanza di informarsi sui rischi e di consultare le previsioni. La rapidità dei cambiamenti climatici ha reso l’imprevedibilità in montagna ancora più evidente. Marlier sottolinea che negli ultimi dieci anni i cambiamenti sono stati repentini, mettendo anche le guide alpine di fronte a nuove sfide. L’adattamento alla natura in evoluzione richiede formazione, addestramento e il supporto di esperti geologi e glaciologi.
Sicurezza e prevenzione in montagna
La neve è un elemento democratico e non fa distinzione tra esperti e principianti. Marlier evidenzia l’importanza dell’informazione e del rispetto delle leggi per prevenire incidenti. Ogni escursione richiede un’attenta valutazione dei rischi e delle condizioni ambientali, indipendentemente dal livello di esperienza. Nel caso delle gare in montagna, esistono regole stabilite dai comitati organizzatori, ma la responsabilità di vestirsi adeguatamente e prepararsi per le condizioni climatiche spetta all’individuo. L’importanza di capire il percorso e di adattarsi alla situazione è fondamentale per la sicurezza. Le decisioni di chiusura di una valle in caso di criticità sono prese dalle commissioni valanghe locali, che forniscono dati al sindaco per determinare le azioni da intraprendere.