Tragica sparatoria nel centro di Frosinone: l’assassino si consegna
L’assassino confessa di aver sparato ‘per una donna’. La tragica sparatoria avvenuta sabato sera nel centro di Frosinone ha scosso la cittadina, lasciando dietro di sé morte e feriti. L’albanese Mikea Zaka, 23 anni, si è presentato in questura confessando il suo coinvolgimento: ‘Sono stato io, ho sparato per una donna’, ha ammesso durante l’interrogatorio. Questo gesto ha portato al suo immediato arresto per omicidio e triplice tentato omicidio.
Una lite che ha portato alla tragedia
La dinamica degli eventi è stata ribaltata dalle immagini delle telecamere. Contrariamente alle ipotesi iniziali, non è stato il gruppo di connazionali sopraggiunto a piedi a sparare, bensì sono stati gli albanesi seduti al tavolo del bar a far fuoco. Dopo una breve discussione tra i due gruppi rivali, Zaka ha estratto la pistola e ha sparato, colpendo un uomo al collo e due alle gambe. La vittima, Kasmi Kesen, 27 anni, è purtroppo deceduta mentre i soccorritori tentavano di salvarlo.
La sparatoria ha destato sospetti di regolamenti di conti legati alla spartizione delle piazze di spaccio, ma la versione del killer ha portato una nuova luce sull’accaduto. Zaka si è difeso sostenendo di aver sparato per difendere una donna contesa tra lui e la vittima, ma le autorità non sembrano convinte di questa spiegazione. Il procuratore di Frosinone ritiene più plausibile che dietro l’omicidio si nasconda una faida legata al controllo dello spaccio o della prostituzione.
Reazioni e indagini in corso
La comunità locale è sconvolta e in lutto per questa tragedia senza senso. L’amico della vittima, ferito gravemente insieme ad un altro ragazzo, ha smentito le voci sulla sua morte diffuse inizialmente. Le autorità stanno conducendo approfondite indagini per fare luce su tutti gli aspetti di questa vicenda, compreso il coinvolgimento di Zaka in altri reati, come ad esempio lo spaccio di droga, su cui era già al centro di diverse inchieste.
Il movente sentimentale avanzato dall’assassino sembra non trovare conferma nelle autorità, che continuano a seguire la pista di motivazioni legate al crimine organizzato. Resta da chiarire se la sparatoria sia stata il culmine di una faida tra bande rivali per il controllo del territorio o se vi siano altri risvolti più complessi dietro questo tragico evento. La giustizia dovrà fare il suo corso per portare alla luce la verità e assicurare alla comunità che giustizia verrà fatta per le vittime di questa terribile sparatoria.