Gli Houthi minacciano la sicurezza delle navi italiane
Ieri, Nasr al-Din Amer, vice capo dell’Autorità per i media del movimento Houthi, ha definito ‘inaccettabile’ l’abbattimento di un drone Houthi nello Stretto di Bab al-Mandab da parte del cacciatorpediniere italiano Caio Duilio. Amer ha affermato che il drone abbattuto non era diretto contro navi italiane e che il movimento Houthi non ha attaccato navi italiane in passato. Tuttavia, il comandante della nave Duilio, Andrea Quondamatteo, ha dichiarato di aver agito per autodifesa, poiché il drone si comportava in modo simile a quelli responsabili degli attacchi al traffico mercantile nei giorni precedenti.Le minacce esplicite di Amer sono rivolte alle navi americane, britanniche e israeliane, escludendo l’Italia come obiettivo diretto delle azioni Houthi. Tuttavia, Amer ha avvertito che l’Italia, assumendo il comando operativo della missione difensiva europea Aspides nel Mar Rosso con la Duilio come quartier generale, potrebbe coinvolgersi maggiormente nel conflitto. Zayd al-Gharsi, direttore del dipartimento dei media del movimento Houthi, ha dichiarato che il comportamento italiano avrà conseguenze e che se l’Italia ostacola le azioni dei ribelli, saranno costretti a reagire. Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina Militare italiana, ha sottolineato la prontezza delle navi a reagire in caso di attacchi, riconoscendo l’area come ad alto rischio.
Sfide nella regione durante il Ramadan
Le tensioni nella regione si intensificano durante il Ramadan, nonostante gli sforzi diplomatici per una pausa nei combattimenti. Il presidente Joe Biden sperava in un cessate il fuoco, ma i negoziati non hanno portato ai risultati desiderati. William Burns, capo della Cia, ha partecipato agli incontri insieme ad altri negoziatori, ma le speranze di una tregua rimangono ancora un obiettivo irraggiungibile. Il Mossad ha segnalato un irrigidimento delle richieste da parte di Hamas, con il timore che la situazione possa escalare durante il mese sacro per i musulmani.La Svezia e il Canada riprendono i finanziamenti all’UnrwaDopo la sospensione dei finanziamenti insieme ad altri 16 Paesi, la Svezia e il Canada hanno deciso di riprendere il sostegno finanziario all’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Le accuse di infiltrazione da parte di Hamas avevano portato alla sospensione dei fondi. Tuttavia, un rapporto interno all’organizzazione ha evidenziato presunti abusi e maltrattamenti subiti da impiegati catturati, tra cui pratiche simili al waterboarding, una forma di tortura che simula l’annegamento.