Il Ppe candida von der Leyen per il bis alla Commissione Europea
Manfred Weber, presidente del Ppe, al congresso di Bucarest, ha delineato una netta distinzione tra il Partito Popolare Europeo e i suoi avversari politici, accusando i nazionalisti, i liberali di Macron e i socialisti di essere contro l’Ue. Ursula von der Leyen è stata incoronata per il bis alla presidenza della Commissione Europea, ma l’entusiasmo non è stato unanime: su 737 delegati, solo 499 hanno votato, con la candidata tedesca che ha ottenuto 400 sì e 89 no. Alcuni franchi tiratori hanno espresso il loro dissenso, evidenziando un’atmosfera di imbarazzo all’interno del partito. Solo una parte degli aventi diritto ha partecipato al voto, con il 50% approssimativo che non ha sostenuto von der Leyen, unica candidata in lizza.
Le posizioni divergenti e i segnali di avvertimento
I Republicains francesi e il Partito democratico sloveno sono tra coloro che hanno votato contro von der Leyen, mentre l’Ovp austriaco ha sostenuto la candidata nonostante alcune critiche espresse sul manifesto del partito. Tuttavia, la presenza di franchi tiratori durante la votazione ha lanciato un chiaro segnale di avvertimento. Nonostante von der Leyen abbia superato il test di Bucarest, la mancanza di un consenso plebiscitario all’interno del Ppe potrebbe indicare difficoltà future quando la candidatura sarà esaminata da altre forze politiche europee, soprattutto all’Europarlamento. La svolta a destra del Ppe, con un programma che si allinea con la destra più radicale su temi come l’immigrazione e il Green Deal, potrebbe generare ulteriori tensioni e opposizioni.
Le reazioni e le prospettive future
Le dichiarazioni di Weber e von der Leyen riflettono una netta posizione di difesa dell’Unione Europea contro i partiti nazionalisti e populisti, come l’Afd tedesca e il Rassemblement National di Marine Le Pen, che sono stati apertamente criticati. La volontà del Ppe di non cooperare con forze politiche che minacciano l’unità europea è stata ribadita con fermezza. L’uscita da Bucarest sembra proiettare il Partito Popolare Europeo verso un’ottica di conquista di ruoli apicali all’interno dell’Unione, con l’Italia che rivendica una maggiore presenza a livello di funzionari apicali e la richiesta di riprendere la vicepresidenza della Commissione europea.
La Lega, tuttavia, ha espresso posizioni divergenti, attaccando von der Leyen e difendendo l’Afd e Le Pen. Secondo il partito italiano, le politiche della Commissione Europea sarebbero responsabili di gravi danni, sottolineando il fallimento nel contrastare l’immigrazione clandestina e l’estremismo islamico. Il clima politico europeo si sta polarizzando, con il Ppe che cerca di mantenere una posizione di difesa dell’Europa unita contro le forze che intendono minarne l’integrità e la coesione.