Niqab a scuola: la vicenda di Pordenone
Niqab a scuola, il Comune stringe il cerchio nell’attività di indagine e secondo fonti qualificate, la famiglia della bambina si è scusata per l’accaduto. Il sindaco Alessandro Ciriani e il suo vice Alberto Parigi hanno intensificato i contatti per chiarire la situazione. La giovane studentessa sarebbe entrata a scuola indossando il Niqab, uno dei veli meno permissivi della tradizione musulmana. La famiglia ha dichiarato: ‘Abbiamo sbagliato, chiediamo scusa’, tentando di risolvere il malinteso.
Le reazioni e le iniziative del Comune di Pordenone
Il sindaco Ciriani ha deciso di non emanare ordinanze restrittive, mantenendo cautela. La normativa sull’uso del velo non vieta l’utilizzo nei luoghi pubblici, anche se impedisce di rendersi irriconoscibili in ambienti come la scuola. Il presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi, Luca Gervasutti, ha sottolineato che la scuola ha agito appellandosi al buon senso, spiegando che gli alunni devono essere riconoscibili. Il dibattito si accende: il niqab è considerato inaccettabile e lesivo della dignità della donna, secondo il sindaco di Pordenone e il suo vice.
Il dibattito e le dichiarazioni ufficiali
Il sindaco Ciriani e l’assessore Parigi hanno ribadito il loro no netto al niqab nelle scuole: ‘Il niqab è inaccettabile e non è segno di integrazione, ma di rifiuto dell’integrazione stessa’, hanno dichiarato. Il Comune ha chiesto ai dirigenti scolastici di comunicare le circostanze del caso e si è attivato per dare supporto, senza esporre la bambina, la scuola e la maestra coinvolti. Il Ministero dell’Istruzione è a conoscenza della situazione ma al momento non ha intrapreso azioni formali, mantenendo la prudenza.