Balzerani: l’eredità delle Brigate Rosse
Barbara Balzerani, figura emblematica delle Brigate Rosse, è scomparsa a 75 anni, lasciando dietro di sé un’ombra di misteri legati alla sua partecipazione attiva nell’organizzazione. Conosciuta come ‘la primula rossa’, fu compagna del capo Mario Moretti durante il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Nonostante la sua irriducibilità e la mancanza di pentimento, Balzerani si distanziò dalla lotta armata verso la fine degli anni ’80, prendendo le distanze da alcuni gruppi radicali che si erano rifatti alle Brigate Rosse per fini violenti.
Pino Casamassima, giornalista e esperto delle Br, ha condiviso un aneddoto che evidenzia un aspetto controverso di Balzerani. L’uscita della donna in occasione del quarantennale del sequestro di Moro sollevò polemiche, portando Casamassima a criticarla pubblicamente. Questo episodio ha evidenziato il lato discusso e provocatorio di Balzerani, mostrando una personalità che non esitava a suscitare reazioni contrastanti nel panorama politico e giornalistico.
Il mistero di via Gradoli e le Brigate Rosse
Barbara Balzerani e Mario Moretti hanno segnato un’epoca con le Brigate Rosse, con episodi cruciali come il sequestro del generale americano James Lee Dozier nel 1981. Balzerani, figura di spicco delle Br-Pcc, guidò l’organizzazione dopo l’arresto di Moretti, dimostrando una coerenza e una determinazione che l’hanno resa un punto di riferimento all’interno del gruppo. Un momento chiave legato alla coppia Balzerani-Moretti è il rinvenimento della base di via Gradoli a Roma, avvenuto grazie a una seduta spiritica.
L’episodio di via Gradoli, con la base situata in una strada densa di presenze dei Servizi segreti, ha alimentato numerosi dubbi e teorie complottistiche. Tuttavia, le testimonianze e le ricostruzioni storiche pongono domande sul reale coinvolgimento delle Brigate Rosse in questo contesto. Le dichiarazioni di Casamassima evidenziano la complessità di eventi come il rapimento di Moro e la gestione della prigionia, mettendo in discussione possibili ingerenze esterne e la veridicità di alcune versioni dei fatti. La figura di Romano Prodi emerge in questo contesto, con ipotesi che collegano la seduta spiritica di Gradoli a informazioni provenienti dall’Autonomia operaia di Bologna, sollevando interrogativi sulla trasparenza di certe dinamiche accadute nel passato tumultuoso delle Brigate Rosse.