La Sicurezza Idrogeologica del Veneto: Bacini di Laminazione e Sfide Finanziarie
Bacini di Laminazione: Un Pilastro della Sicurezza Idrogeologica
Alluvioni, precipitazioni record, e la costante minaccia di eventi atmosferici estremi mettono in luce l’importanza dei bacini di laminazione nel Veneto. Queste strutture, parte integrante del piano per la sicurezza idrogeologica della regione, si sono dimostrate cruciali nel prevenire disastri come l’alluvione del 2010 a Vicenza. Attualmente, quattro bacini sono operativi, cinque in fase di collaudo, ma ben tredici rimangono da realizzare, di cui non tutti sono finanziati adeguatamente.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolinea la necessità di ulteriori investimenti statali, affermando: ‘Abbiamo bisogno di un altro miliardo di euro dallo Stato.’ Finora, solamente 3,5 miliardi sono stati stanziati per interventi che spaziano dalla costruzione di invasi alla manutenzione degli argini. La Regione ha avviato 2537 cantieri per un totale di un miliardo di lavori in tre anni, dimostrando un impegno significativo nella gestione del rischio idrogeologico.
Le Sfide Finanziarie e la Necessità di Completi Finanziamenti
Nel dettaglio, la situazione finanziaria dei vari progetti è variegata. Ad esempio, per il bacino di Montebello nel Vicentino, fondi per i primi due stralci sono disponibili, ma ne mancano altri 23 milioni per completare l’opera. Allo stesso modo, nel Padovano, sebbene siano presenti finanziamenti per l’avvio dei cantieri, ulteriori fondi sono necessari per completare l’intero progetto. In altri casi, come sul Torrente Tesina a Torri di Quartesolo nel Vicentino, i fondi necessari per i cantieri non sono ancora stati reperiti, nonostante la conclusione della procedura di Valutazione di impatto ambientale nel 2014.
Il bacino del Piave, urgente da realizzare, richiede un impegno finanziario sostanziale, con 55,3 milioni da reperire. Tuttavia, otto ricorsi sono stati presentati contro questo progetto, rallentando ulteriormente gli interventi. La necessità di completare questi lavori è fondamentale per garantire la sicurezza del territorio, come evidenziato dall’assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin.
Infine, nuove emergenze come l’esondazione del fiume Retrone sottolineano l’importanza di interventi tempestivi e mirati. Marco Marani, professore esperto in ingegneria, evidenzia la necessità di considerare i cambiamenti climatici nella progettazione di opere idrauliche, sottolineando che ‘il rischio zero non esiste’. Gli interventi non si limitano alle grandi opere; è cruciale adottare misure urbane come adeguamenti dei sottoservizi e dei fabbricati per prevenire situazioni di emergenza.
In conclusione, la sicurezza idrogeologica del Veneto poggia sui bacini di laminazione, ma richiede un impegno finanziario continuo e coordinato. Solo con un approccio integrato, che includa sia le infrastrutture che le misure urbane, la regione potrà affrontare con successo le sfide legate alle alluvioni e ai rischi idrogeologici.