![Giuseppe Conte critica l'approccio militare in Ucraina: una prospettiva obsoleta e dannosa 1 20240302 091823](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240302-091823.webp)
Giuseppe Conte critica la linea militare europea
Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio italiano, ha espresso chiaramente la sua posizione contro l’approccio militare alla crisi in Ucraina. Durante un intervento a Tagadà su La7, ha evidenziato le contraddizioni presenti nella strategia adottata fino a quel momento. Ha sottolineato come la recente risoluzione votata al Parlamento europeo abbia come obiettivo principale la ‘vittoria militare sulla Russia’, una prospettiva che Conte considera obsoleta e dannosa. Il politico italiano ha criticato il continuo invio di forniture militari, sottolineando l’assurdità di destinare risorse economiche considerevoli a questo fine, come dimostrato dall’impegno dello 0,25% del Pil di ciascuno Stato, corrispondente a 5 miliardi di euro l’anno.
Conte ha evidenziato le priorità mal gestite del governo, evidenziando la mancanza di risorse nel settore sanitario e i tagli diffusi in altri ambiti. Ha sottolineato l’incapacità del governo di generare profitti dalle banche, evidenziando come sia assurdo discutere ancora di una vittoria militare come soluzione alla crisi. Queste parole riflettono una posizione decisa del politico italiano, che si è dimostrato favorevole a un cambio di rotta verso un approccio più diplomatico e orientato al dialogo per risolvere il conflitto in corso.
La proposta di Conte per una soluzione pacifica
Nel corso dell’intervento, Giuseppe Conte ha proposto una diversa strategia per affrontare la situazione in Ucraina. Ha sottolineato l’importanza di un’impostazione incentrata sui negoziati di pace anziché sull’escalation militare. Contestando l’efficacia delle azioni militari fino a quel momento intraprese, Conte ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una volontà politica orientata a trovare una soluzione che rispetti gli interessi della popolazione ucraina.
Il politico italiano ha posto l’accento sulla responsabilità dei governanti nel definire una strategia chiara e coerente. Ha enfatizzato la scelta cruciale tra continuare lungo una via militare che ha portato solamente a distruzioni e perdite di vite umane, e investire le energie e le risorse necessarie per avviare un negoziato di pace. La sua posizione si è rivelata ferma nell’invitare a una riflessione profonda sulle conseguenze delle azioni intraprese finora e sull’opportunità di modificare radicalmente l’approccio al conflitto in corso.